Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«Porterò alla Scala la mia Tosca scandalosa»

default_image

«Puccini si sarebbe vergognato di questa versione apocrifa, ma l'avrebbe trovata più divertente»

  • a
  • a
  • a

E da Roma Lucio Dalla vuole portare questa sua «creatura» nel tempio della lirica: La Scala di Milano. Al Gran Teatro di Roma la colonna sonora dell'opera sarà su una base registrata di un'orchestra di 70 elementi; se si andrà in scena alla Scala a suonarla sarà l'orchestra del teatro, ha assicurato Dalla. Non ci saranno ne Max Gazzè, ne Franco Califano, ne la Ferilli nei panni di Tosca. Il cast in parte è stato «reclutato» da «Notre Dame de Paris» con tre cantanti che si sono fatti apprezzare nel musical di Riccardo Cocciante: oltre a Vittorio Matteucci che interpreta Scarpia, nei panni di Tosca c'è Rosalia Misseri, già Esmeralda, e in quelli di Cavaradossi, Graziano Galatone, già Febo. Allora Dalla, è pronto per il debutto? «Tosca doveva debuttare in occasione dei festeggiamenti per il centenario di Villa Borghese. Quindi avevo bisogno di persone che non dovevano imparare tutto daccapo e Gazzè, Califano e la Ferilli mi erano sembrate le personalità più adatte. La Zanier e la Misseri non sostituiscono l'attrice romana che avrebbe incarnato perfettamente quel ruolo, ma si avvicinano alla mia idea di Tosca. In compenso Califano sarà in prima fila ad assistere allo spettacolo e gli chiederò di intervenire in qualche modo». L'aria che dà il titolo all'intera opera «Tosca, un amore disperato» sarà inserita nel suo nuovo album e cantata in duetto con Mina. C'è qualche gemellaggio in vista? «Ci sono due voci, una femminile e l'altra maschile, che hanno accompagnato quarant'anni di vita italiana: la mia e quella di Mina. Niente altro che una collaborazione». Cosa l'ha spinta ad avvicinarsi all'opera di Puccini? «Ho sentito il desiderio di creare una Tosca apocrifa, come i Vangeli, per far capire finalmente le parole e il senso dell'opera ad un pubblico che è sicuramente mutato, in modo che anche un diciannovenne possa sentirsi rappresentato. La Tosca è la più bella opera mai espressa dal melodramma. Mi sono messo a disposizione di Puccini, perché il suo linguaggio venisse spiegato a una società diversa. La mia musica ne è un'estensione, non un miglioramento. Il testo sarà scandalizzante, senza bisogno di turpiloquio. Puccini si sarebbe vergognato di questa Tosca, ma forse si sarebbe divertito di più». Ha pensato ad un suo eventuale ruolo sulla scena? «Da "Attenti al lupo" in poi, lo sapete, la mia vera attitudine è fare il ballerino. Se ci sarà un mio intervento lo farò ballando, non cantando. Mi sembrerebbe un'invasione inopportuna».

Dai blog