Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

PARIGI — È Marlene Dietrich la nuova musa della maison Dior: John Galliano (anche lui ironicamente tra-vestito ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Con la sfilata parigina di Christian Dior si può dire che la kermesse francese della moda sia davvero entrata nel vivo. Ed ecco il capo che farà storia la prossima primavera: il nuovo tailleur con gonna o pantaloni, in lucido raso stretch (grigio, bianco o nero), ergonomico e attillato fino all'impossibile, una vera guaina sexy per le forme femminili, stretto dai gancetti, strippato da cinture e stringhe, accompagnato dall'inevitabile volpe grigia. Ma il dettaglio che più farà discutere (e chissà se davvero comparirà anche sui completi in vendita) è la guepiere, usata come sottana che sbuca dalle gonne, come cintura che fascia i fianchi, come minigonna provocante sul collant a draghi cinesi. Sulle calze, Galliano ha anche scritto Hard Core Dior, perchè questa donna, truccata a forti tinte, gioca esplicitamente tutte le sue carte. Porta bikini in lamè rame con giacchina in zibellino (tipico capo estivo!) si agghinda con orecchini di brillanti e giada, riscopre le spalline imbottite che fanno vamp da Anni 40, usa il Principe di Galles per gli abiti-bustier. Indossa dei trench in pelle trasparente, proprio la stessa che si è vista a Milano per le borse Fendi (entrambi sono marchi del gruppo Lvmh), si infila a fatica nelle gonne in morbido pitone caramello, si mette comoda, ma provocante, nei pantaloni da jogging in raso con tasche rovesciate, si veste da sera in lunghi abiti di voile stampati a motivi gypsy punk. Tra gli accessori, da non dimenticare (diventerà probabilmente un tormentone e sarà imitatissima) la borsa battezzata D'-Trick, che gioca con il cognome di Marlene: è in tante versioni, anche in un sobrio bianco e nero (come le belle scarpe alte, mutuate dalla forma delle calzature maschili da golf), ma sempre con filo di perle e perfino con tracolla in pelliccia. Un Settecento diventato quasi primitivo, invece, quello di Vivienne Westwood che, questa volta, sembra voler vestire le sue donne in modo meno provocatorio, più sciolto e più easy, apparentemente meno costruito. Ma è una apparenza, appunto: perchè la moda della regina inglese del punk, e dello scandalo in passerella, è sempre molto pensata e studiata nei tagli, anche quando sposa una nuova leggerezza. La sfilata ricorda in qualche modo l'Africa, ma la stilista spiega subito che, semmai, c'è qualche riferimento alle donne di Brixton, il quartiere nero di Londra. Ci sono ruggiti di leone, un'aria primordiale, una panca primitiva appena sbozzata nel legno, torchon di cotone nei capelli, e un insieme di tessuti stampati e rigati, rimborsati e cuciti con maestria, stretti e modellati da sottili lacci e da borchiate cinture. È una donna sexy che usa volentieri la pezza di stoffa, ma anche il jersey, aggiustandoseli addosso a mò di coulottes, pagliaccetti, piccoli shorts, gonne-pareo, indossati con ricche giubbe settecentesche tagliate alla vita, trasformate in corsetti. Rosa e grigio, mattone e verde, calze fucsia scese negligentemente sui polpacci, alti sandali che sembrano aver raccolto da terra la giarrettiera di pizzo nero. Il trench, in chiave estiva, leggero e molto femminile, è stato proposto infine dal marchio italiano Costume National ieri, e la griffe belga A. F. Vandervost l'altro ieri sera. Ennio Capasa, stilista di Costume, ha avuto una ispirazione naturalistica, ha pensato alle foglie, e alle farfalle, e le ha tradotte in una collezione ricca di trench. Trench anche dalla coppia di stilisti belgi, e perfino di carta stropicciata: così si è aperta la passerella di A.F. Vandervost, che poi è andata avanti con il cotone croccante, lo scozzese classico, ma sempre usando l'idea del trench a manica molto larga, quasi un'ala, rimboccata e fermata dal cinturino delle camicie militari.

Dai blog