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«Immanentismo in crisi, Platone torna di moda»

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Proprio al Festival della Filosofia di Modena quest'affascinante argomento tornerà ad essere d'attualità con tutti i suoi aspetti più intriganti. Risponderà a molti interrogativi il professor Edoardo Boncinelli , il quale, da uomo di scienza, offrirà sicuramente un vasto panorama del tema, caratterizzato da un rapporto, mai completamente risolto tra filosofia, religione e scienza. Per secoli, anzi, la scienza è stata esclusa da questo argomento, tanto è vero che i primi a formulare una congettura meccanicistica della vita, mai considerata in epoca classica, furono Cartesio ed Hobbes. Adesso invece la scienza tende a rivendicare solo a se stessa la definizione completa del problema dell'essere. «L'ipotesi più affascinante sul miracolo che noi chiamiamo vita , però, nasce - ci spiega il professor Bruno Dallapiccola (nella foto), il nostro gran genetista - proprio dalla filosofia ed esattamente da Platone, il quale identificava l'anima con la vita, perché riteneva, come dice nel "Fedone", che avesse la capacità di "muoversi da sé". Plotino andando avanti nella stessa direzione sosteneva addirittura che ogni essere è pensiero. Su questa linea si muove anche la grande tradizione cattolica, che fa della vita un principio di valore assoluto. Adesso - continua il professor Dallapiccola - c'è l'evidente tendenza a ridurre l'esistenza ad un susseguirsi d'eventi meccanici , senza nessun principio animatore. Certamente questa visione del mondo non è quella di un cattolico che ha altri principi, affermati da papa Giovanni Paolo II, che, con le sue sofferenze, testimonia il valore della vita stessa». Che cosa è dunque la vita, come può essere definita in senso ampio dal punto di vista scientifico? «Siamo di fronte ad un concetto veramente difficile perché la vita non si presta ad essere immaginata e rinchiusa dentro una gabbia di parole. Al contrario si rinnova continuamente ed assume sempre nuovi significati. Potrei dire che la vita è la forza che porta alla trasformazione e al cambiamento, che, a sua volta, dà luogo ad un programma generale. Ma questa è l'opinione del biologo, non è la definizione assoluta, che forse non avremo mai. Insomma c'è qualcosa nella vita che sfugge ad una definizione completa». E la vita menomata, la vita a progetto limitato? «Anche quella è vita. Certo sappiamo che basta una lettera fuori posto nell'alfabeto del codice genetico per far nascere un individuo spesso poco cosciente, a volte rinchiuso nel suo dolore. Ma anche quella è vita». Professor Dallapiccola ma il tentativo di dar luogo ad esseri ibridi, come ha fatto, ad esempio recentemente, Zavos Panayotis, che ha realizzato un qualcosa a metà tra la mucca e l'uomo? «Sono idee deliranti che, ogni tanto, ritornano. Ricordo Chiarelli il quale nella seconda metà degli anni Ottanta pensò di realizzare lo "scimpanzuomo" un individuo a metà tra l'uomo e la scimmia da utilizzare come donatore d'organi o addirittura come schiavo. Ma Francis Crick il padre insieme a Jim Watson del dna afferma che l'anima non esiste e la vita e la coscienza, possono essere spiegate interamente dall'interazione delle cellule cerebrali. Si può spiegare tutto dal punto di vista scientifico, sino ad un certo livello. È come dire che un'antica cattedrale è un ammasso di pietra, vetro e malta, con inserti di legno. È un'affermazione giusta che però non basta a spiegare il miracolo dell'architettura gotica». Ma la vita può essere manipolata in laboratorio, può essere aggredita, addirittura stuprata con pratiche e con idee come quelle di tanti ricercatori... «È vero, esistono però delle ricerche scientifiche che permettono di pensare al futuro in termini meno angosciosi. Penso a tutte le ricerche sulle cellule staminali che ci permetteranno forse di arrivare alla soluzione del problema dei trapianti d'organo».

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