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CARLA FRACCI

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«Albertini deve tenersi stretto il Direttore»

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Un uomo necessario, fondamentale per la vita artistica e culturale non soltanto del Teatro alla Scala, ma di tutta l'Italia. Riguardo poi al sovrintendente Fontana... che abbandoni finalmente, dopo 13 anni la poltrona del Teatro. È finito il suo tempo. E poi ha già fatto troppi danni». È il messaggio lanciato da Carla Fracci al primo cittadino di Milano e al consiglio di amministrazione della Fondazione Scala riunitosi ieri per tentare di trovare una difficile soluzione alla crisi esplosa ai vertici dell'istituzione culturale più prestigiosa della città. E la Fracci sarà contenta di come si sta evolvendo la vicenda: decisamente a favore di Muti. Aggiunge ancora la Fracci: «Il maestro Muti è un punto di riferimento importante, un faro luminosissimo per la vita culturale del Paese. Uno dei pochi artisti ad avere un suo peso anche all'estero. Uno dei pochi, grandi maestri - continua la celebre etoile - che comanda e domina con la forza della sua intelligenza e del suo carisma». «Così diverso dal sovrintendente Fontana, ostaggio, da anni, del cda della Scala. Al quale farò presto un regalo - annuncia la Fracci - da porre in uno spazio bene in vista nel museo della Scala. Accanto a quadri di famosi pittori lascerò in eredità il contratto che Fontana mi firmò il 19 novembre 1999 per dirigere il corpo di ballo scaligero. Contratto - conclude la Fracci - reciso, subito dopo, da una banalissima e vergognosa missiva».

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