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di ANTONELLA MELILLI VIRGILIO spodestato dalla televisione.

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Senza nostalgie melanconiche o rimpianti struggenti, ma piuttosto con la leggerezza un po' sorniona di un osservatore estremamente attento e sottilmente arguto, la cui storia artistica coincide praticamente con quella della Televisione. E insieme ad essa con l'evoluzione di un paese in mutamento, risvegliato in scena dal suo passato così recente e tuttavia così lontano col tocco pacato e lieve di un lungo spettacolo, programmaticamente intitolato «Il mio 900» ovvero «Il teatrino di casa mia e il gran teatro del mondo - scorribanda di un italiano tra dopoguerra e duemila con le cineprese RAI». Un allestimento ideato e diretto dallo stesso Gregoretti, con cui il Festival Benevento Città Spettacolo comincia il suo percorso all'interno del tema «Suite Novecento - fuochi dalle armonie perdute», scelto per questa sua venticinquesima edizione. A far da sfondo alla lunga narrazione, un impianto scenografico firmato da Gian Mesturino, improntato alla solarità di chiare tinte pastello. Lo stesso autore interpreta la parte di se stesso anziano, affidando a Sax Nicosia la voce e i gesti della propria giovinezza. Accanto a lui Miriam Mesturino dà vita alla moglie Fausta, ma anche ad altre figure femminili, come la Principessa Alessandra Tomasi di Lampedusa, lungo un intreccio autobiografico in cui le tappe di una ormai lunga vita familiare si fondono con eloquenti squarci di conversazioni radiofoniche e servizi giornalistici realizzati dalla metà degli anni cinquanta ai nostri giorni.

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