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Lazzi e beffe con Ciprì e Maresco

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DOPO varie avventure, e disavventure, cinematografiche, Ciprì e Maresco tentano vie di maggior impegno. Pur non tradendo sé stessi né la loro consueta goliardia (che non sempre è cialtronaggine). Oggi immaginano che nella Sicilia del Cinquanta due fratelli, costruttori fino a quel momento di statue sacre, pensino, con l'avallo di un cardinale e di preti e suore, di creare una società cinematografica, battezzata naturalmente «Trinacria», che si dà la meta ambiziosa di aver la meglio sulla romana Cinecittà. Un regista scalcinato, invece, realizza per loro un film peggiore dell'altro, finché non avranno l'idea, sempre con l'appoggio del cardinale, di farsi finanziare, da un patrizio versato nell'occultismo, un film su Cagliostro chiamando a interpretarlo un divo americano in declino. Andrà male anche quella volta, per i soldi che mancano i due allora ricorreranno alla mafia, ma sarà anche peggio... Tutto per scherzo, tutto in caricatura. Qua privilegiando volutamente la «spazzatura» (e cioè il «trash» degli anglomani), là fingendo di ricostruire, con innegabile furbizia, una possibile storia della Trinacria facendola dottamente illustrare da veri critici di cinema (Gregorio Napoli del Giornale di Sicilia, Tatti Sanguineti della TV). Con pagine ghiotte, specie quelle che si fanno beffe di tutti, con un gioco quasi macabro a carico dell'attore che dovrà impersonare Cagliostro, che è addirittura Robert Englund, il celebre e fosco protagonista di «Nightmare». Facendo ridere molto anche se, spesso, con lazzi e schiamazzi. G. L. R.

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