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IL CAIRO — Chefren in primo piano e la testa della Sfinge, a fargli da doppia immagine sfocata quando ...

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Andrea Bocelli (nella foto), la sua voce, l'antico Egitto sullo sfondo: «Un'atmosfera assolutamente magica, un'esperienza incredibile», commenta alla fine lo stesso cantante. Il pubblico che con applausi interminabili è riuscito a strappare al tenore italiano ben tre bis («Ma ne avrebbe fatto anche un quarto», commenta Verdelli, che ha organizzato le riprese per la prossima trasmissione Rai) si allontana dal teatro «Suoni e luci» quasi in trance. A coronamento della serata, l'immancabile «Tornerò» dalla Turandot, intonato da Bocelli con l'accompagnamento non solo del violino solista di Ruth Rogers, di Maria Luisa Borsi, il soprano che ha intessuto con lui duetti per due ore circa, dell'orchestra del Cairo diretta da Marcello Rota, ma anche del pubblico, che a bassa voce segue le note della canzone. I «bravo» si sprecano, la stessa first lady egiziana, Susanne Mubarak, gliene regala uno. «Sì, è stata proprio un'esperienza incredibile - spiega Bocelli dopo il concerto - anche se assolutamente diversa da quella che siamo abituati a vivere nei concerti che si fanno in teatro o, al limite, in una piazza. Mai nel deserto, suppongo, e soprattutto sotto le Piramidi». La platea è esplosa in grandi applausi nella seconda parte del concerto con «O surdato innamorato», «Mare chiaro» e soprattutto «Torna a Surriento». Entusiastici i fischi e gli applausi che si ripetono alle prime note di «O sole mio», intonato con il soprano Borsi ed il violino Rogers. Applausi che sovrastano anche la fine della canzone. Tutti in piedi poi per «Libiamo» della Traviata che dà la stura all'entusiasmo per il quale i tre bis finali sembreranno anche poco.

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