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I set ideali di Rocca e Ammaniti

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Lo scrittore vuole passare dietro la macchina da presa

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Anzi, Ammaniti si spinge ancora più in là, parla della pellicola che vorrebbe fare in prima persona. Sì, perché l'autore della storia di «Io non ho paura» dal quale Gabriele Salvatores ha tratto il bel film, sogna di diventare regista. Quanto a Stefania Rocca (nella foto), eccola la sua querelle: «È buffo che le donne al cinema siano rappresentate sempre come isteriche o nevrotiche, può darsi che dipenda dal fatto che vengono viste così dagli uomini». Lo ha detto parlando del suo prossimo film a fianco di Carlo Verdone, di cui sarà un'amica e, una volta tanto, «la più saggia del gruppo». Rocca ha appena finito «Il cartaio» di Dario Argento, con il quale si è trovata «davvero bene» e dove ha dovuto tratteggiare una poliziotta detective forte sul lavoro ma con una fragilità nell'ambito personale che dipende da un segreto nella vita privata; ora si impegnerà in una produzione tedesca per una pellicola sul fallito attentato a Hitler da parte di Stauffenberg. Quindi l'aspetta Verdone, top secret il titolo. Non ha alcuna intenzione di mettersi nel ruolo del regista («Perchè dovrei? E poi non lo so fare») e sottolinea decisa: «Mi piace il set e ho ancora tanti personaggi da interpretare». Le piace il cinema argentino: «È quasi un cinema indipendente - sottolinea l'attrice torinese - ed è un bene, perchè spesso le esigenze produttive e commerciali soffocano le esigenze creative». Dice a sua volta Ammaniti: «Sto pensando di dirigere un film che però non sia tratto da un romanzo, ma sia sceneggiato da un'idea originale». E, sul suo ruolo di giurato: «Vedi tanti film, inizi a fare strani percorsi in cui viene preso il cervello, pensi alla trama, poi al valore commerciale; rischi di perdere il senso di ciò che vedi». Ancora: «Tutti siamo contenti se vince l'Italia ma bisogna giudicare in maniera indipendente. Nei concorsi letterari c'è più pressione perché della letteratura frega meno alla gente e ai giornali e quindi tutto avviene in maniera meno evidente, si scatenano tre-quattro case editrici. Lo Strega è diventato comunista, una volta vince uno, poi l'altro». R. S.

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