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IL POTENZIALE DIRETTORE ARTISTICO

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Dalla tentenna, non vuole fare la fine di Menotti a Spoleto

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E sottolinea, ironico, che «sarebbe più facile vincere una coppa del mondo che organizzare Sanremo». Ha ragione. Il Festival potrebbe rivelarsi una trappola per un artista che bene o male continua a cantare. È quello che hanno cercato di fargli capire alcuni suoi amici, Gino Paoli, Gianni Morandi e Ron che hanno partecipato come ospiti ad una serata benefica alle Isole Tremiti dove il cantautore bolognese vive. Per un cantante assumere incarichi istituzionali, tanto più ad alto rischio può rivelarsi un'arma a doppio taglio. Nella musica classica abbiamo assistito al caso di Menotti. Pur essendo considerato un compositore di valore mondiale — due premi Pulitzer nel 1950 con «Il console» e nel 1954 con «La Santa di Bleecker Street» - Giancarlo Menotti, dopo aver assunto il ruolo di impresario-direttore artistico del Festival dei due Mondi di Spoleto, ha visto flettere la sua caratura di compositore. Ad una disponibilità del pubblico, ha fatto seguito un atteggiamento di riserva da parte della critica e di molti colleghi. L'accusa nei confronti del compositore era di conservatorismo e costante elusione dalle problematiche connesse ad un rinnovato uso del linguaggio musicale. È ciò che rischia Dalla, con le dovute distinzioni. Il cantautore sostiene anche che da parte della Rai non c'è mai stata una richiesta chiara. La sensazione è che Dalla appaia lusingato dall'offerta ma molto spaventato. Intanto restano in sospeso le altre candidature, comprese quelle di Arbore e Aragozzini. Il fronte discografico preme per una commissione tecnico-artistica, basata su quattro cinque personalità riconosciute, bocciando l'ipotesi del patron-celebrità. Al momento è questa la proposta di maggior buon senso.

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