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Auguri a Toto Cutugno, dopotutto resta sempre un «italiano vero»

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Ultimamente è molto popolare all'estero ed è quasi sparito dalla nostra scena musicale, ma anche da noi il pubblico continua ad amarlo

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Amatissimo dal pubblico, un po' meno dalla critica, ha inciso una decina di album e molti 45 giri, ma è anche stato autore di testi e musiche per grandi interpreti non solo italiani. Nato a Fosdinovo, in provincia di Massa, il 7 Luglio 1943, Salvatore Cutugno, questo il suo nome di battesimo, è un talento precoce. Il padre, ottimo suonatore di tromba, lo incoraggia a suonare, ma la prima occasione di uscire dall'ambiente provinciale gli viene offerta dal maestro Manusardi, che lo ingaggia nel suo gruppo musicale e lo conduce in tounée in Finlandia. Tornato in Italia, Salvatore fonda la band «Toto e i Tati», con cui si esibisce nei locali in giro per la Penisola. Il successo arriva però in Francia, nel 1975, come autore dei brani di Joe Dassin. Da allora Toto Cutugno è richiestissimo: scrive per Mireille Mathieu, Dalida, Jhonny Halliday, Michel Sardou e in Italia per Domenico Modigno, Gigliola Cinquetti, Ornella Vanoni e Celentano: suo il brano «Soli» e tutte le canzoni dell'album «Il tempo se ne va». Al 1976 risale il debutto come interprete a Sanremo con gli «Albatros»: il brano è «Volo Az 504» e si classifica terzo. Due anni dopo Cutugno torna al Festival come solista con «Donna mia, donna mia», ottenendo un buon successo, ma dovrà attendere il 1980 per la prima vittoria, grazie al brano « Solo noi». Tre anni dopo Sanremo lo consacra come vero simbolo nazionale: la sua «L'Italiano» si classifica prima nelle votazioni popolari e ha un successo di pubblico al di là di ogni più rosea aspettativa: viene tradotta in varie lingue e nel 1986 è premiata come il disco italiano più venduto nel mondo negli ultimi cinque anni. Al Festival Toto tornerà molte altre volte, raggiungendo il record delle dodici presenze e classificandosi per ben cinque volte al secondo posto, ma scrivendo anche canzoni per altri,come «Noi ragazzi di oggi» per Luis Miguel, «Io amo» per Leali, «Canzone d'amore» per I Ricchi e Poveri. Approdato alla Tv come cantante, si lascia poi affascinare dalla conduzione dei più vari programmi, tra gli altri «Domenica In» nel 1987,«Piacere Raiuno» nel 1991, «Sanremo notte» e «I fatti vostri» nel 1998. Oggi dichiara che tornerebbe sul piccolo schermo solo per un progetto davvero convincente, in qualità di conduttore. Per il momento preferisce dedicarsi al pubblico stranierio: pur essendo quasi del tutto assente dalla scena italiana, Toto resta infatti popolarissimo oltre i nostri confini: in Francia, Germania, Paesi scandinavi e Paesi dell'est, a tal punto che il suo ultimo album, «Il treno va» è stato già pubblicato all'estero lo sorso autunno, ma arriverà da noi solo il prossimo inverno.

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