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«Nei musei rubano per vendetta»

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Nella notte fra sabato e domenica scorsa i ladri sono entrati con troppa facilità: si sono arrampicati al primo piano su un'impalcatura eretta per lavori di manutenzione, hanno forzato una finestra e distrutto con grande violenza la teca di vetro antifurto che proteggeva il capolavoro del celebre artista fiorentino, realizzato fra il 1540 e il 1543. E il sistema d'allarme (sensori fotoelettrici e sirene) non è entrato in funzione per motivi tuttora oscuri. Ma un grande museo internazionale può essere così indifeso e violabile? Ne parliamo con Claudio Strinati, Soprintendente per il Polo Museale di Roma, che comprende, fra l'altro, anche la Galleria Borghese, Palazzo Barberini e il Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo. Allora, professor Strinati, è proprio tanto facile rubare un'opera così famosa in uno dei musei più importanti del mondo? «No, non è così facile come sembra. Le statistiche dimostrano invece che il furto in un museo è un fatto assolutamente straordinario. Io sono convinto, come accadde qualche anno fa alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma per l'opera di Cèzanne, che ciò sia potuto avvenire solo per motivi interni al museo stesso, con la complicità di uno o più dipendenti. Un'opera come la Saliera di Cellini è invendibile e quindi il furto è forse stato compiuto per danneggiare la reputazione del museo e del suo Direttore, per mettere in difficoltà qualcuno e per chiedere un riscatto. È il risultato e l'espressione di minacce e di vendette. Speriamo solo che l'opera sia ritrovata al più presto perchè è un tesoro dell'intera umanità. Ed è un capolavoro molto delicato, che non può subire traumi particolari». Ma i musei italiani sono ben protetti? «Senza dubbio sì, anche se col passare del tempo sarà opportuno introdurre sistemi di antifurto sempre più sofisticati. In Italia hanno anche un ruolo importante le organizzazioni sindacali che giustamente difendono e tutelano la professionalità e l'efficienza del servizio di custodia». Davvero possiamo stare tranquilli? «Bisogna sempre vigilare e prevenire situazioni particolari. In ogni caso, per la loro stessa natura, i musei sono strutture intrinsecamente fragili, perchè è molto difficile impedire, ad esempio, che un folle danneggi per sfregio un capolavoro. Alcuni musei sono sottoposti ad una impressionante folla di visitatori che richiede molte cautele e che può perfino mettere in difficoltà i nostri spazi espositivi. I musei e i loro direttori devono avere l'appoggio costante delle istituzioni statali e locali, non possono mai essere lasciati nel pur minimo stato di abbandono. E questa è una condizione fondamentale anche per prevenire qualsiasi rischio di furto».

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