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di LORENZO TOZZI RIETI, la città ombelico d'Italia, ha da tempo accettato di promuove ...

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Giunto ormai alla sua XIII edizione ed ormai da sei anni sotto la salda ed oculata direzione artistica dello stesso Zappolini, già primo ballerino dell'Opera di Roma e anima del Balletto di Roma oggi fuso con quello di Toscana, il concorso ha visto quest'anno impegnati circa 250 giovani di diversi paesi (tra cui Russia, Portogallo, Brasile e Spagna), ovvero un centinaio di solisti e trentadue gruppi. A giudicarli Gilbert Mayer dell'Opéra di Parigi, Jay Jolley del Royal Ballet di Londra, Roberto Fascilla della Scala, il televisivo André de la Roche, la grahamiana Elsa Piperno dell'Accademia di Danza e Loredana Furno del Teatro di Torino. E in margine alla kermesse - che ha compreso anche conferenze su Balanchine e Nureyev per la ricorrenza delle loro scomparse rispettivamente venti e dieci anni fa, una mostra pittorica sul tema «Pennelli e scarpette» nella Sala degli specchi al Circolo di lettura del Teatro reatino ed uno spettacolo del Balletto di Torino diretto da Loredana Furno dedicato ad Andy Warhol - sabato sera si è tenuto il gala dei vincitori illuminato dalla presenza di illustri ospiti come Laura Comi e Mario Marozzi dell'Opera di Roma, Sabrina Vitangeli e Umberto De Luca del Maggio Musicale fiorentino. Alla fine delle diverse prove la vittoria è stata assegnata per la danza classica (sezione juniores) ad Enrico Montes e (per la sezione seniores) alla coppia russa Yuri e Natalia Vyskubenko (marito e moglie). Per la sezione moderna primi si sono piazzati nelle rispettive sezioni juniores e seniores Martina Scuderi e Roberta Calcagno, infine per le due categorie della composizione coreografica Antonietta Addeo e Enrico Morelli. Premi speciali, borse di studio e stages sono stati assegnati dalla giuria, tra cui una targa de Il Tempo a Maximilian Genow. Particolare consenso ha riscosso, anche e soprattutto da parte di un publico giovane, lo spettacolo ospite del Balletto di Torino, coreograficamente regolato da un giovane emergente come Matteo Levaggi, dal titolo «Gee Andy», dedicato al grande profeta della pop art degli Anni Sessanta. Su musica trascinante dei Bluvertigo in attillati body di pelle rossi e neri disegnati da Roger Salas, la compagnia si lancia in una sfrenata ridda di danze raggruppate in diversi quadri, ora solistici, ora corali, cui facevano da sfondo immagini in movimento ispirate al mondo pittorico ed estetico del grande visual artist americano (tra cui una breve ma significativa performance di Milena Vukotic nei panni della estrosa mamma di Warhol). Un balletto giovane, dinamico, energetico, molto americano nelle tinte e nei riferimenti visuali, ma incessante e coinvolgente, che già da qualche anno va girando l'Italia riscuotendo unanimi consensi. Particolarmente apprezzata la giovane compagnia torinese, ben rodata e piena di entusiasmo.

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