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Burattino pop tra effetti e break dance

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IL PINOCCHIO DEI POOH

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Il loro «Pinocchio» è partito con il ritmo giusto, spinto dagli applausi entusiasti dei 1700 privilegiati che l'altra sera, al nuovo Teatro della Luna, a Milano, hanno assistito alla attesa prima nazionale del musical firmato da Dodi Battaglia, Red Canzian, Roby Facchinetti e Stefano D'Orazio, con i testi scritti a quattro mani da Pierluigi Ronchetti e Saverio Marconi, che l'ha anche sapientemente diretto. A festeggiare il "burattino pop" dei Pooh c'era il pubblico delle grandi occasioni di mondanità leggera milanese. Nel foyeur e nella grande sala (costruita appositamente per il debutto di questo spettacolo kolossal da 22 miliardi di vecchie lire), tra passerelle di "veline" e "letterine" con ombelichi all'aria, vestite in gran parte di buchi e trasparenze, Gianni Morandi doveva guardarsi le spalle dalla sua fotocopia di «Striscia la notizia», l'implacabile Ballantini che non ha concesso tregua a nessuno, da Massimo Boldi a Manuela Foliero, da Enrico Ruggeri all'onorevole Ignazio La Russa e ai Fichi d'India, impazienti soprattutto di vedere come se la sarebbero cavata nei panni del Gatto e la Volpe Felice Casciano e Simona Patitucci. E la coppia, a ritmo di swing, abiti anni '30, da gangster lui, da sciantosa con spacchi stile charleston lei, ha fornito un'insolita interpretazione, ammiccante e ricca di humour dei due lestofanti di Collodi, certo assai meno fedele, ma anche più contagiosa, di quella dei Fichi d'India nel più classico «Pinocchio» cinematografico di Benigni. Ma questa è soltanto una delle tante invenzioni del «Pinocchio» targato Pooh che, come sostiene il regista Saverio Marconi, intende sottolineare il percorso dell'uomo, dalla nascita alla vita da figlio-bambino, bisognoso di protezione, fino al suo divenire figlio-adulto che si prende cura dei genitori (Pinocchio e Geppetto nella suggestiva scena dell'incontro nel ventre della balena). E le musiche declamatorie dei Pooh, gli acrobatici balletti con decine di danzatori a volteggiare sugli 800 metri-quadri del palcoscenico, i numerosi e giganteschi cambi di scena (di grande effetto e suggestione quella "sottomarina" con Pinocchio-asino che si inabissa) sostengono con forza questo percorso lastricato d'amore e di valori semplici ma essenziali, come l'amicizia, il desiderio di libertà, il bisogno della famiglia. Persino i costumi, fortemente tinteggiati a pastello, contribuiscono alla comunicazione prepotente del messaggio e delle emozioni di questo family-musical, inconfondibilmente all'italiana, più strappalacrime che magico, ambientato negli anni '60, rafforzando l'impronta da simpatici cartoons dei vari personaggi, dal protagonista del convincente Manuel Frattin (nella foto), all'indomabile Lucignolo del "deb" Mauro Simone, al Geppetto stralunato e perfezionista del bravo Pietro Pignatelli fino ad Angela (futura compagna di Geppetto e madre di Pinocchio), audace ma efficace invenzione d'autori, affidata alla brillante Lena Biolcati.

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