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Su Radiorai 1 è un cult la rubrica per aspiranti scrittori. Parla Cioce, l'ideatore

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No, non è la sintesi di un giallo. È il successo di «Tramate con noi», la rubrica in onda nell'ambito de «Il baco del millennio», su Radiorai 1, ideata e condotta da Vito Cioce, vicecaporedattore del settore politico del Gr che proprio a «Il Tempo», nel 1983, cominciò a fare il giornalista. «Tramate con noi» è diventata un «cult» con le sue 300 puntate andate in onda e selezionate su più di 1000 arrivate in circa 3 anni. Senza dimenticare «Facciamo storie», la chat ideata sempre da Cioce sul sito di «Tramate con noi» e presa d'assalto da navigatori sempre più stimolati dal racconto di gruppo. Al punto da far dire ad Aldo Grasso che alle case editrici arrivano meno proposte perché si affidano gli inediti al vaglio di Cioce e alla bonaria consulenza del critico Claudio Gorlier. Cioce, ve lo aspettavate il successo di «Tramate con noi»? «Siamo andati oltre ogni aspettativa. Tanto è vero che, grazie al lavoro dei colleghi di Rainet Radio, siamo dovuti intervenire sul sito per sostenere l'impatto dei numerosi contatti. In tre giorni tre ascoltatori si sono messi in contatto con la redazione del programma. Volevano ringraziarci e rivelarci con gioia che i loro "inediti" erano stati premiati. Da uno di questi si farà un film». Quali sono stati i casi più singolari che avete registrato? «Ce ne sono stati tanti ma i più evidenti sono quelli di Marica Ferrero e Vittoria Lana. "Ho tramato con voi e ho vinto" era il titolo dell'e-mail inviata dalla signora Ferrero il 29 ottobre del 2000. Nello stesso anno, in agosto, aveva proposto durante il "Baco del millennio" il suo "Mongioia" ricevendo in seguito, a Palazzo Strozzi a Firenze, il premio "Laura Orvieto". Vittoria Lana, la più giovane scrittrice andata in onda, con il suo "Il Faraone Khaa", ha stupito tutti. È una bambina di dieci anni. Altre lettere di nostri ospiti sono giunte a [email protected] per annunciare l'avvenuta pubblicazione». Qualche altra curiosità? «La storia di Giulio Credazzi. Presenta un inedito chiamato "Il piano di Dio", una rivisitazione della Bibbia alla luce dell'11 settembre. Pensavamo di mandarlo in onda a un anno dall'attentato quando vado in libreria e trovo l'inedito di Credazzi trasformato in volume. C'è poi il racconto di Alfredo Pazzaglia, "Posta prioritaria". Parla delle peripezie affrontate per conoscere Alberto Sordi. Lo abbiamo mandato in onda nello speciale dedicato ad Albertone nonostante la puntata fosse stata già registrata. Ancora, il caso di Valeria Neri che, con il suo "Schiuma e shampoo" continua ad avere in testa la storia ma senza scriverla e Oretta Casucci Rampini cui è andato il premio speciale "Christian Andersen - Baia delle favole" per il suo "Viva il congiuntivo"». E il film? «Questo è il caso più clamoroso. Lino Leggio, consulente aziendale di Udine, ha presentato l'inedito "Lui non è qui", in cui riporta la testimonianza autobiografica di giovane ventenne dei tentativi effettuati per conoscere Elvis. Carlo Mazzacurati ha letto il soggetto e ha deciso di farlo diventare un film». Come avete reagito di fronte alla gratitudine degli aspiranti scrittori? «Sicuramente ci fa piacere. Dobbiamo ricordare, però, che il nostro marchio di fabbrica rimane "l'inedito". Quello che accade dopo la trasmissione, la fortuna nel mondo editoriale riguarda solo gli autori. Ma sapere che la prima uscita di un testo è stata alla radio è nostro motivo di orgoglio. La nostra, in fondo, rimane un'istigazione alla lettura e all'ascolto. Il pubblico ha dimostrato di apprezzare, forse l'immediatezza e facilità con cui si interagisce. Due minuti al microfono, tutti per sé, per raccontare la storia a un pubblico costituito da 500 mila ascoltatori, l'equivalente di 10 stadi di calcio, tutti pieni di spettatori composti e civili, significano tanto». Ma due minuti per dire una storia non sono pochi? «Vincenzo Cerami scrive che un'idea buona si dice in dieci parole e uno dei mostri sacri della sceneggiatura di Hollywood, Rober McKee, ri

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