Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Coronavirus, rischio sottovalutato. Lopalco avverte ancora: ospedali italiani ancora impreparati

Dopo l'emergenza esplosa in Lombardia parla l'epidemiologo Pierluigi Lopalco: "Il livello di preparazione degli ospedali italiani è carente"

Silvia Sfregola
  • a
  • a
  • a

"Purtroppo bisogna ammettere che il livello di preparazione degli ospedali italiani è carente". L'epidemiologo Pierluigi Lopalco, professore ordinario di Igiene dell'Università di Pisa, lancia di nuovo l'allarme dopo i contagi di Coronavirus in Lombardia. La situazione è grave ma non è troppo tardi per muoverci" assicura.  Secondo Lopalco "il livello di preparazione degli ospedali italiani è carente, senza contare che siamo ancora nella stagione influenzale. Abbiamo quindi strutture già molto impegnate a gestire gli accessi per l'influenza e, mi sembra, che ancora non siano ben organizzate per gestire eventuali casi di coronavirus". E ancora: "Negli ospedali non si sono visti piani e non sono state fatte esercitazioni. Oltre alle circolari ministeriali e ai provvedimenti negli aeroporti, fino ad oggi non è stato fatto nulla". La paura più grande, infatti, è che il Covid-19 inizi a "circolare come i virus influenzali", eventualità che l'Italia non sarebbe del tutto pronta ad affrontare. Per approfondire leggi anche: L'allarme dell'epidemiologo: "Prepararsi alla pandemia" I sintomi sono quelli di un'influenza, e in effetti, i coronavirus sono una vasta famiglia che causa malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS). A seminare il panico è il SARS-CoV-2 (precedentemente 2019-nCoV), che non era mai stato identificato prima di essere segnalato a Wuhan, in Cina, a dicembre 2019: è stato chiamato "Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2", ed è considerato fratello di quello che ha provocato la Sars. Per aiutare i cittadini il Ministero della Salute ha preparato un vademecum, oltre a rendere disponibile il numero di pubblica utilità 1500. I più comuni includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l'infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino - raramente - la morte. Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie cardiache. Si stima attualmente che il periodo di incubazione vari fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni. I coronavirus possono essere trasmessi da persona a persona, di solito dopo un contatto stretto con un paziente infetto, ad esempio tra familiari o in ambiente sanitario. La via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette ad esempio tramite la saliva, tossendo e starnutendo; contatti diretti personali; le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi; in casi rari il contagio può avvenire attraverso contaminazione fecale. Normalmente le malattie respiratorie non si trasmettono con gli alimenti, che comunque devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il contatto fra alimenti crudi e cotti. Al momento non esiste un trattamento specifico, che deve essere basato sui sintomi del paziente. La terapia di supporto può essere molto efficace. Essendo una malattia nuova, ancora non esiste un vaccino e per realizzarne servono, secondo le stime, tra i 12 e i 18 mesi. Le raccomandazioni riguardano innanzitutto l'igiene personale: lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni a base di alcol per eliminare il virus dalle mani; mantenere una certa distanza – almeno un metro – dalle altre persone, in particolare quando tossiscono o starnutiscono o se hanno la febbre, perché il virus è contenuto nelle goccioline di saliva e può essere trasmesso col respiro a distanza ravvicinata. E' bene evitare di toccarsi occhi, naso e bocca con le mani se presenti febbre, tosse o difficoltà respiratorie, se si è stati di recente in Cina o si è stati in stretto contatto con una persona ritornata dalla Cina e affetta da malattia respiratoria. Se si manifestano febbre, tosse o difficoltà respiratorie, si è stati di recente in Cina o in stretto contatto con una persona ritornata dalla Cina e affetta da malattia respiratoria bisogna segnalarlo al numero gratuito 1500, istituito dal Ministero della salute. Se i sintomi sono lievi e non si è stati nelle ultime settimane in Cina, meglio stare a casa fino alla risoluzione dei sintomi applicando le misure di igiene, che comprendono l'igiene delle mani e delle vie respiratorie (starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, utilizzare una mascherina e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l'uso e lavare le mani). Per approfondire leggi anche: Burioni, lo studio choc: "Anche in chi non ha sintomi..."

Dai blog