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Serena Mollicone, la famiglia Tuzi denuncia Carmelo Lavorino

La figlia del brigadiere Santino Tuzi, morto suicida nel 2008, querela il consulente di parte della famiglia Mottola: "Troppe menzogne"

Angela Nicoletti
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La morte di Serena Mollicone continua ad essere costellata di colpi di scena. La famiglia del brigadiere Santino Tuzi, morto suicida nel 2008 dopo aver riferito alla Procura di aver visto la studentessa di Arce entrare nella caserma dei carabinieri il primo giugno del 2001 e di non averla più vista uscire, ha sporto denuncia contro il consulente di parte della famiglia Mottola (padre, madre e figlio indagati per omicidio volontario ed occultamento di cadavere), Carmelo Lavorino. Lo stesso nel corso della puntata delle Iene andata in onda lo scorso 8 dicembre ha ipotizzato, a microfoni spenti, che ad uccidere Serena possa essere stato lo stesso brigadiere in un raptus sessuale e per questo si sarebbe poi tolto la vita. "A seguito delle dichiarazioni rilasciate da Carmelo Lavorino durante da puntata delle Iene andata in onda domenica 8 corrente mese e considerata la condotta tenuta dallo stesso su Facebook nei giorni successivi, Maria Tuzi ha presentato querela presso la stazione Carabinieri di Sora - si legge in un comunicato stampa. Teniamo a precisare alcuni punti: 1) Non temiamo nessun confronto dattiloscopico, perché non temiamo la verità. 2) Santino Tuzi ha volontariamente dato campioni di DNA e le impronte digitali. Anzi, successivamente alla morte di Santino Tuzi, le sue impronte digitali sono state confrontate con quelle trovate sulla sua pistola d'ordinanza, quindi l'autorità giudiziaria dispone delle impronte di Santino Tuzi già dal 2008. 3) Questa parte civile sta studiando ogni singolo documento , ricavando già da ora elementi utili che verranno illustrati in Tribunale, perché noi crediamo nella sacralità del Tribunale. 4) Abbiamo chiesto e chiediamo un silenzio rispettoso perché con Guglielmo Mollicone in gravi condizioni, non riusciamo a capire la necessità di discutibili spettacoli mediatici. Noi non accusiamo nessuno. Vogliamo rispetto per Santino Tuzi, per una famiglia che passerà l'ennesimo Natale senza Santino. Questa parte civile non rilascerà dichiarazioni alla stampa fino agli esiti dell'udienza preliminare, risponderemo però per via giudiziaria ad ogni attacco alla memoria e dignità di Santino Tuzi".

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