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Su WhatsApp le chat dei baby-pedofili. Minorenni aguzzini tra gli indagati

Davide Di Santo
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Una rete internazionale di pedofili, alcuni anche minorenni. Lasciano senza fiato i risultati dell'operazione Chemosh. Alcuni gruppi WhatsApp creati da giovani anche minorenni per produrre e scambiare materiale pedopornografico sono stati scoperti durante indagini che hanno interessato diversi Paesi europei concluse in questi giorni. Alle indagini avviate in Spagna ha preso parte anche l'Italia con il Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia on-line della Polizia postale. Perquisizioni e arresti sono scattati in Spagna, Italia, Francia e Regno Unito. L'età media dei partecipanti alle chat era di circa 22 anni e molti degli indagati sono minorenni.  Leggi anche: Pedofilo ucciso in carcere, aveva violentato 200 bambini Il caso inizialmente era stato portato all'attenzione della Polizia spagnola tramite una serie di segnalazioni in merito a questi gruppi WhatsApp in cui giravano video pedopornografici, stickers ed emoji di veri e propri stupri su minori ed altro materiale estremo. L'Europol ha fornito alle indagini un supporto analitico con scambio sicuro d'informazioni e un coordinamento tra la Spagna e gli altri paesi europei. L'indagine è stata supportata attraverso la Joint cybercrime action taskforce (JCAT) presso l'EC3, una squadra d'investigatori internazionali specializzati nel contrasto al crimine informatico e alle condotte fraudolente sul web.

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