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Presidi, il concorso è valido

Il Consiglio di Stato accoglie l'appello del ministero dopo l'annullamento del Tar: "I neo dirigenti assunti dal 1° settembre"

Andrea Ossino e Attilio Ievolella
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“Deve ritenersi preminente l'interesse pubblico alla tempestiva conclusione della procedura concorsuale”. Per questo motivo la Sesta sezione del Consiglio di Stato ha sospeso gli effetti della sentenza del Tar, che aveva annullato il concorso per i presidi. In altre parole: la procedura che mira alla selezione di 2.900 dirigenti scolastici può continuare. Se fosse un film sarebbe un nuovo colpo di scena, ma lontano dalle finzioni cinematografiche ci sono le vite di migliaia di professori che aspirano a dirigere gli istituti scolastici italiani. Da un lato ci sono gli esclusi, che lamentano attraverso esposti e ricorsi una serie di vizi, uno di questi riscontrato anche dal Tar, che ha annullato il concorso per i presidi ritenendo che tre sotto commissari fossero incompatibili (due hanno proceduto anche alla formazione degli esaminati e uno ricopre una carica politica): avevano partecipato alla commissione plenaria con cui sono stati stabiliti “i criteri di valutazione poi utilizzati per la correzione delle prove e l'attribuzione dei punteggi”, il loro operato “si riverbera a cascata sull'operato di tutte le commissioni”, avevano scritto i giudici bloccando il maxi concorso e facendo tremare il Miur, che a settembre rischia di trovarsi in piena emergenza presidi. Dall'altro lato ci sono anche i vincitori, migliaia di persone che hanno rispettato le regole del gioco e senza favoritismi hanno vinto un concorso pubblico, poi annullato perché chi lo aveva bandito, il Miur, aveva ammesso il contributo di tre sotto-commissari incompatibili, secondo le regole scritte dallo stesso Ministero. Tra ricorsi, esposti e sospensive, ieri il Consiglio di Stato ci ha messo una pezza:  “A prescindere dal merito delle questioni devolute in appello e da ogni valutazione sull'effettiva portata invalidante dei vizi dedotti (segnatamente dei vizi riscontrati dal primo giudice) (…) accoglie l'istanza cautelare proposta nell'ambito del ricorso principale e, per l'effetto, sospende” la sentenza del Tar. I giudici hanno considerato “un bilanciamento di tutti gli interessi in conflitto – scrivono - e alla luce di una valutazione comparativa degli effetti scaturenti dall'esecuzione dell'appellata sentenza (…) deve ritenersi preminente l'interesse pubblico alla tempestiva conclusione della procedura concorsuale, anche tenuto conto della tempistica prevista per la procedura di immissione in ruolo dei candidati vincitori e per l'affidamento degli incarichi di dirigenza scolastica con decorrenza dal 1° settembre 2019”. In altre parole, in attesa che venga esaminata la faccenda il concorso deve andare avanti, altrimenti le scuole potrebbero restare senza presidi. "Bene la sospensiva del Consiglio di Stato. Procederemo ora senza indugio con la pubblicazione della graduatoria e le assunzioni – dichiara il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti - So quanto hanno studiato i vincitori. Ci sono passato: ho fatto anche io questo concorso anni fa. La scuola italiana non può aspettare, ha bisogno di nuovi dirigenti scolastici per guidare i nostri istituti e superare il fenomeno dannoso delle reggenze. Glieli daremo".

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