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Neonato muore dopo la circoncisione

Il piccolo di origine ghanese deceduto all'ospedale di Bologna

Silvia Sfregola
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Un neonato di quattro mesi è morto in seguito a una circoncisione eseguita in casa dai genitori di origine ghanese: il bimbo era stato portato venerdì all'ospedale di Scandiano, nel Reggiano, in arresto cardiaco. Le sue condizioni sono subito apparse gravissime ed è stato trasferito in eliambulanza all'ospedale Sant'Orsola di Bologna, dove è deceduto nelle prime ore di sabato. Si sono rivelati inutili i tentativi dei sanitari dei due ospedali di salvarlo. La procura di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e i carabinieri hanno avviato un'indagine per fare luce sui fatti che hanno portato al tragico decesso. Potrebbe rivelarsi decisiva l'autopsia che sarà ordinata dalla pm Isabella Chiesi. Il sindaco di Scandiano, Alessio Mammi, ha condannato l'episodio «gravissimo» e ha auspicato che «i responsabili paghino severamente di fronte alla legge per questo atto inaudito». «È gravissimo che un neonato, oggi, in Italia, possa morire per una circoncisione», ha lamentato la presidente della Commissione bicamerale per l'Infanzia e l'Adolescenza, Licia Ronzulli (FI), «le autoritò giudiziarie hanno il dovere di fare chiarezza, le istituzioni il compito di impedire che episodi di questo genere si possano ripetere. È necessario fare informazione e prevenire, creare le condizioni per una vera integrazione, imponendo dappertutto il rispetto delle leggi italiane». “L'ennesima tragica morte che si sarebbe potuta evitare se si fosse facilitata l'esecuzione di questa pratica all'interno del Servizio sanitario nazionale”. È questa la posizione espressa dal professor Aldo Morrone, direttore scientifico dell'Istituto Ircss “San Gallicano” di Roma, a seguito dell'evento drammatico avvenuto a Reggio Emilia. “Sono ancora troppi i bambini figli di immigrati non in regola con il permesso di soggiorno, cui non viene garantita l'assistenza pediatrica di base. È necessario che ogni bambino possa accedere al Servizio sanitario, se vogliamo evitare che possano ammalarsi e morire. Oggi, in Italia, sono circa 30.000 i bambini a rischio di essere sottoposti a circoncisione rituale clandestina – aggiunge - La circoncisione rituale in Italia è consentita, ma solo a carico di chi la richiede e quelle rare istituzioni che la erogano, hanno un costo ancora proibitivo per molte famiglie di immigrati. La circoncisione per motivi sanitari, cioè praticata come terapia per alcune patologie come la fimosi e il lichen sclero-atrofico viene erogata gratuitamente”. “Gli ambulatori e gli ospedali pubblici garantiscono tutte le prestazioni sanitarie necessarie dal punto di vista diagnostico-terapeutico, ma non quelle di natura rituale. Il Comitato nazionale di bioetica spiega che impedire la circoncisione rituale potrebbe condurre il bambino e la famiglia ai margini della comunità ledendo i diritti garantiti dalla Costituzione. Secondo molti medici, però, sarebbe utile anche una franca discussione sugli aspetti etici legati all'esecuzione di interventi non necessari sul piano clinico, soprattutto nei confronti di bambini che non possono decidere e che un giorno potrebbero non aderire alla fede religiosa”, conclude.

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