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Si è anziani dopo i 75 anni

La svolta dei geriatri

Silvia Sfregola
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Se è vero che siamo un popolo di "vecchi" e che presto l'Italia diventerà un "grande, immenso ospizio", c'è però una novità: si è ufficialmente "anziani" solo dopo i 75 anni". La svolta arriva dal Congresso nazionale della Società italiana di gerontologia e geriatria. «Un 65enne di oggi ha la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di 30 anni fa. E un 75enne quella di un individuo che aveva 55 anni nel 19802, spiega Niccolò Marchionni, professore ordinario dell'Università di Firenze e direttore del dipartimento cardiovascolare dell'Ospedale Careggi. Secondo gli esperti i dati demografici ci dicono che in Italia l'aspettativa di vita è aumentata di circa 20 anni rispetto alla prima decade del 1900. Non solo, larga parte della popolazione tra i 60 e i 75 anni è in ottima forma e priva di malattie per l'effetto ritardato dello sviluppo di malattie e dell'età di morte. Un allarme che si va ad unire agli altri già lanciato dall'Istat lo scorso 11 luglio. In Italia c'è una "bomba dell'invecchiamento, pronta a esplodere già dal 2030 se non adeguatamente gestita. E innescherà tra l'altro un circolo vizioso: l'aumento della vita media causerà l'incremento di condizioni patologiche che richiedono cure a lungo termine e un'impennata del numero di persone non autosufficienti, esposte al rischio di solitudine e di emarginazione sociale. In questa maniera crescerà inesorabilmente anche la spesa per la cura e l'assistenza a lungo termine degli anziani, ma anche quella previdenziale, mentre diminuirà la forza produttiva del Paese e non ci saranno abbastanza giovani per prendersi cura dei nostri vecchi. Infatti, oggi tre lavoratori hanno sulle spalle un anziano, domani saranno solo in due a sostenerlo. Ma ci sono altri aspetti preoccupanti. Nel 2030, potrebbero arrivare a 4 milioni e mezzo gli ultra 65enni che vivranno da soli, e di questi, 1 milione e 200mila avrà più di 85 anni. Non basta: nei prossimi dieci anni 8 milioni di anziani avranno almeno una malattia cronica grave: ipertensione, diabete, demenza, malattie cardiovascolari e respiratorie.

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