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Stop numero chiuso a Medicina, Frati: "Non ci sono abbastanza docenti"

L'ex Rettore della Sapienza: i docenti non si fabbricano in sei mesi

Valentina Conti
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"Lo sforzo organizzativo richiesto agli atenei con l'abolizione del numero chiuso? Ci vedo più una strozzatura in termini di risorse umane. Dal 2010 al 2018 l'università ha perso un numero consistente di prof, circa il 25%. Se si ammettono 50mila studenti a Medicina, serviranno professori cinque volte tanto. E i docenti, ridotti all'osso, non si fabbricano in 6 mesi né si affittano. Quindi il vero problema non è organizzativo". Lo afferma a Il Tempo, l'ex Rettore della Sapienza e veterano preside della Facoltà di Medicina, Luigi Frati, intervenendo sul tema dell'abolizione del numero chiuso per l'ingresso alla Facoltà di Medicina, che con le presunte novità divulgate nell'ambito delle misure passate al consiglio dei ministri sta in queste ore infiammando il dibattito in corso. “Dal mio punto di vista – prosegue Frati – si dovrebbe  valorizzare quello che si è fatto nella scuola media superiore. L'obiettivo del governo del cambiamento dovrebbe essere quello del correlare merito scolastico e accesso a Medicina. E si può fare già partendo dal liceo, abbassando i costi sociali. Ottemperando a quella raccomandazione europea degli anni '90, applicata in altri Paesi, secondo cui i crediti mirati acquisiti possono essere valorizzati per l'ingresso alla facoltà”. “La strozzatura vera – aggiunge l'ex Rettore - non è a livello di ingresso, ma sta tra laureati e specializzandi, negli ultimi anni sempre più aumentata”.

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