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Mentana e il giornalista "coglione", il direttore esplode e spacca i social

Enrico Mentana

Giada Oricchio
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Enrico Mentana ha un'idea: un giornale fatto di giovani, ma alla presentazione dà del “coglione” a un cronista che pone una domanda legittima: "Cairo sarà l'editore?". Il caso esplode sui social e gli utenti si spaccano. Chi sta con "super Chicco", non nuovo a queste sparate e chi lo critica per la reazione eccessiva alimentando l'idea che la domanda fosse scomoda. Enrico Mentana lancia un giornale online fatto solo di under 33 e qualche Cristiano Ronaldo over 33 perché i fuoriclasse non hanno età e se l'esempio del giocatore della Juventus, lo fa un'interista sfegatato non c'è che da credergli e ammirarlo. L'iniziativa è lodevole ed è un sogno per i giovani amanti della professione, i soldi ce li mette Mentana (ipse dixit), il direttore del Tg La7 metà uomo e metà maratona elettorale, i curriculum corrono lungo la fibra ottica come le meduse nel mar dell'Elba: 5.000 in due giorni. Si dice che il giornalismo sia morto con l'avvento di internet e del conseguente “citizen journalism”, ma evidentemente il fascino del “vecchio signore” resta intatto al pari di quello di George Clooney. Ecco magari un po' acciaccato come l'attore dopo l'incidente in Sardegna. Fin qui la storia del salvagente lanciato ai naufraghi quasi sommersi dal mare di precarietà.  Succede però che alla presentazione dell'iniziativa al "Campus Party di Milano", Nicola Mente, giornalista professionista dell'agenzia di stampa “Dire”, ha fretta perché deve prendere l'ultima metropolitana e gli chiede: “Il giornale lo finanzierà il suo editore Urbano Cairo?”. Il direttore tergiversa, poi innervosito dall'insistenza risponde: “Sei uno stracciap***e, guarda sicuramente non saresti mai assunto… Eri lì che sembrava avessi il treno e invece sei ancora qui, dai andiamo avanti”. La scena assume connotati surreali: il giovane insiste, Mentana apparentemente lo ignora e ascolta un'altra domanda. Con la coda dell'occhio però guarda ancora Mente a, alla fine, perde le staffe e replica ancora: “Sei un coglione”. E di nuovo: “Sei un coglione, te lo dico onestamente”. Il cronista però non molla: “Eh no così non va bene. Sono un giornalista professionista, mi deve rispetto. Non siamo su Facebook che può insultare così la gente”. Allora Mentana risponde alla domanda di Mente: "Quante volte lo devo dire? Ho mai detto che Cairo sarà il mio editore? Ho detto che mi accompagnerà in quest'avventura (lo aiuterà nella raccolta della pubblicità, nda). È una cosa che faccio con i miei soldi e con i miei tempi. Se si perde, si perde, se si pareggia ok, se si guadagna si reinveste perché non è iniziativa a scopo di lucro. Sono tutti bravi a fare domande trabocchetto… perché il primo riflesso è cercare dov'è l'inghippo, la gabola o come mettermi contro l'editore?". Il giornalista di "Dire" non cede nemmeno di un millimetro: “Ci sono dei soldi di mezzo”. E Mentana: “Ma sono i tuoi?! Ecco perché la professione è andata a quale paese, fate domande del ca**o e la gente non capisce più niente”. Il battibecco procede: “Ci sono diverse piattaforme, quindi può esserci conflitto d'interessi”. Il direttore s'infuria: “Ma che c**o c'entra? Parliamo per frasi fatte? Allora non ci sono più le mezze stagioni. Cosa significa la piattaforma?”. Il cronista di "Dire" gli fa i conti in tasca e Mentana con la mano lo manda a quel paese: "È desolante. Non ci saranno donazioni e se ci saranno, saranno specchiate. Di donazioni conosco solo quella di Costantino. Questa storia mi ricorda un po' quella del dito e della luna. È il vecchio schema dei malpensanti: chi c'è dietro, ma chi ci deve essere?”. Alla fine il cronista chiede scusa a Mentana per aver reagito male all'offesa, il direttore spiega di essersi infastidito per il mezzuccio ovvero “la fretta con cui ha interrotto il dibattito ripetendo che non poteva perdere l'ultima metro, poi vedo che sei ancora lì". E pace è fatta. Almeno fino all'editoriale del direttore dell'agenzia Dire, Nico Perrone, che cita Caterina Caselli: “La verità fa male”. "Sono accorsi in tanti e in molti stanno spedendo i loro nomi. (…). Così ha detto il direttore in un monologo dinanzi a una platea che non si perdeva una parola, adorante. Per un attimo, questa l'impressione, il giornalista aveva assunto le sembianze di un guru che istruiva i discepoli su come dovrà cambiare l'informazione, il mestiere del cronista. Che si sia trattato di una sorta di trance collettiva, che non si poteva interrompere, lo si è capito quando il semplice (e giovane) cronista dell'agenzia Dire ha riportato tutti alla banalità del quotidiano chiedendo: il giornale lo finanzierà il suo editore Urbano Cairo? Apriti cielo. Una domanda terra terra che ha fatto uscire dai gangheri il mega-super-direttore inventore della nuova frontiera della comunicazione. Alla fine Mentana, infastidito, ha dato del coglione al cronista della Dire. Per una risata dei suoi adepti ha messo alla berlina un cronista colpevole di fare il suo mestiere. Un lavoro, che se ben fatto, alla fine punta solo a scoprire la verità. E la verità fa sempre male a qualcuno. In questo caso a Mentana, che non vuol dire chi pagherà la sua nuova impresa. Perché se i suoi giovani giornalisti avranno, come ha detto, tutti un contratto, serviranno milioni di euro. (…) Mentana ha preso a male parole il (vero) giovane cronista solo per non rispondere a una domanda scomoda ma lecita. Una parolaccia per lui, una medaglia per l'agenzia Dire, dove lavorano 62 giovani giornalisti, età media 34 anni, contrattualizzati. (…). Ma che non hanno dimenticato che il vero giornalista fa domande e non si inchina". Il caso esplode sui social che hanno visto e reagito aprendosi in due come le acque del Mar Rosso. Per una parte dei follower, Mentana ha perso le staffe con il cronista ed “è stato maleducato”, “ha sconfinato”, “una caduta di stile”, “è il numero uno ma pecca di presunzione”. Se fosse stato un politico a dare due volte del “coglione” a un cronista, sarebbe stato blastato dall'ex direttore del TG5. Lo insegna tutti i giorni: ogni domanda è lecita, rispondere è cortesia e nel suo caso, almeno all'inizio, c'è stata solo una reazione evitabile, specie considerando il contesto di lectio magistralis sul giornalismo libero, indipendente e con “voglia di rischiare”. E Mentana ha torto quando sottolinea che “questo è il vecchio schema dei malpensanti: chi c'è dietro?”, in Italia sono saltati fuori (orrendi) scheletri perfino dal taschino di un grembiule da cucina. Ma secondo altri utenti, questo è Chicco Mentana e non ci si deve stupire. Le sue sfuriate sono celebri, si infiamma e si spegne come un cerino, Striscia la Notizia ne ha fatto motivo di satira. Qualcuno critica anche lo sventurato: “Ha pungolato per tutto il tempo e Mentana ci è cascato”. Non mancano le osservazioni critiche al piano editoriale “troppo teorico e senza elementi di differenziazione rispetto ad altre testate”. Ah, ovviamente: “Per forza dietro c'è Cairo, non si brucerà i suoi averi”.

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