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Omicidio Pamela Mastropietro, il nigeriano nega ma un tassista lo mette nei guai

Pamela Mastropietro

Il testimone si presenta spontaneamente agli investigatori: "È entrata in casa con lui"

Valeria Di Corrado e Silvia Mancinelli
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Due facce di uno stesso Paese. Un uomo originario della Nigeria accusato di essere il responsabile di un assassinio abominevole ed animalesco, e un altro del vicino Camerun che, grazie alla sua preziosa testimonianza e al suo senso civico, lo ha incastrato. «Io non c'entro niente. È stato un altro a ridurla così». Continua a sostenere di non essere stato lui a fare a pezzi Pamela Mastropietro, di non essere lui il responsabile di questo atroce delitto, che ha sconvolto la tranquillità della comunità di Macerata e gettato nella disperazione la madre della diciottenne romana. Innocent Oseghale, il nigeriano di 29 anni fermato mercoledì sera nella cittadina marchigiana dai carabinieri del comando provinciale guidati dal colonnello Michele Roberti, ieri è stato interrogato di nuovo per diverse ore, questa volta alla presenza del sostituto procuratore Stefania Ciccioli. L'extracomunitario irregolare, messo alle strette, ha dato delle risposte contraddittorie: ha ammesso di aver incontrato martedì mattina la ragazza davanti alla farmacia che si trova a poche decine di metri dalla sua abitazione, in via Spalato 124. Ma ha ribadito quello che già aveva detto ai carabinieri il giorno prima, ossia di essersi separato da lei dopo averla incontrata. Gli inquirenti, però, hanno... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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