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Riciclaggio, convalidato l'arresto di Tulliani: in cella per due mesi a Dubai

Giancarlo Tulliani

Il cognato di Fini resta in carcere in attesa dell'estradizione in Italia

Valeria Di Corrado e Andrea Ossino
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Arresto convalidato: Giancarlo Tulliani trascorrerà i prossimi due mesi nel carcere di Dubai. Nel frattempo il tribunale degli Emirati esaminerà la richiesta di estradizione in Italia che la procura di Roma ha preparato nella speranza di riportare nella Capitale il cognato di Gianfranco Fini. Tulliani, che al pari del padre, della sorella e dell'ex presidente della Camera è accusato di riciclaggio, è entrato nel mirino delle autorità di Dubai quando, dopo essere andato all'aeroporto per accompagnare la sua fidanzata, ha bussato alla porta della polizia per denunciare una “troupe” di La 7 che lo stava riprendendo per realizzare un servizio giornalistico, che andrà in onda domenica prossima all'interno della nuova trasmissione di Massimo Giletti: “Non è l'arena”. “Hanno girato alcuni video in aeroporto, arrestateli”: suonava un po' così la richiesta che Tulliani aveva fatto alla polizia araba. Il giornalista Daniele Bonistalli e il suo cameramen sono stati quindi fermati con l'accusa di spionaggio. Sono rimasti in una cella di sicurezza per circa otto ore. Tulliani pensava di aver centrato il suo obiettivo, esattamente come aveva fatto nel 2010 con Gian Marco Chiocci, direttore di questo giornale, che all'epoca era stato inviato da "Il Giornale" a Montecarlo a indagare sulla casa di Alleanza Nazionale, scoprendo che c'era proprio il cognato di Fini dietro la vendita dell'appartamento di boulevard Princesse Charlotte (una delle accuse che ora gli contesta la Procura di Roma). Allora Chiocci subì un lungo interrogatorio dai gendarmi, alla fine del quale fu espulso dal Principato in quanto “persona non gradita”. Ma questa volta la faccenda è stata capovolta e, mentre la “troupe” di La 7 veniva liberata, gli inquirenti di Dubai arrestavano Giancarlo Tulliani dopo aver scoperto che sulla sua testa pendeva un mandato di cattura internazionale. La procura di Roma infatti cerca il parente di Gianfranco Fini per processarlo. Dunque adesso, dopo la convalida dell'arresto, le autorità di Dubai hanno deciso di trattenere in cella per due mesi l'indagato, in attesa di esaminare la richiesta di estradizione firmata dalla procura di Roma. 

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