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Gioia Tauro, sequestrate24 milioni di pasticche di tramadolo. Il traffico era gestito dall'Isis

La vendita dei farmaci serviva a finanziare il Califfato

Silvia Sfregola
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Ventiquattro milioni di pastiglie del farmaco tramadolo che, vendute al dettaglio, avrebbero fruttato 50 milioni di euro sul mercato nero nordafricano e mediorientale. È l'esito del sequestro disposto dalla sezione antiterrorismo della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Il farmaco era arrivato al porto di Gioia Tauro dall'India ed era diretto in Libia. Il tramadolo è una sostanza oppiacea sintetica, il cui uso è stato ripetutamente accertato negli scenari di guerra mediorientali, tanto da essere soprannominato "droga del combattente", visto che viene usato sia come eccitante, sia per aumentare le capacità di resistenza allo sforzo fisico. Secondo le informazioni condivise con fonti investigative estere, il traffico di tramadolo sarebbe gestito direttamente dall'Is (Daesh) per finanziare le attività terroristiche che l'organizzazione pianifica e realizza in ogni parte del mondo e che parte dei proventi illeciti derivanti dalla vendita di questa sostanza sarebbero destinati a sovvenzionare gruppi di eversione e di estremisti attivi in Libia, in Siria ed in Iraq. L'operazione - fa sapere in una nota il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho - si è avvalsa anche della collaborazione della Dea americana e della Direzione centrale dei servizi antidroga presso il ministero dell'Interno e del supporto del comando generale della guardia di finanza. Al lavoro la sezione antiterrorismo della Dda reggina, dopo le indagini svolte dai finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria in collaborazione con l'ufficio Antifrode della Dogana di Gioia Tauro.

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