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Connazionali scomparsi all'estero Farnesina a "caccia" di 3.024 italiani

Padre dall'oglio

Il ministero degli Esteri: "Il numero dal 2012 è in costante ascesa"

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L'appello lanciato dal Papa in merito alla vicenda di padre Paolo Dall'Oglio, rapito due anni fa in Siria, e il successivo intervento del Presidente Mattarella, che ha voluto ribadire l'impegno per la sua liberazione, riaccendono i fari sulle sorti dei nostri connazionali sequestrati o scomparsi in terre lontane. Sono 3.024 infatti le procedure aperte nel 2014 dalla Farnesina per le ricerche degli italiani scomparsi all'estero. Un numero in costante ascesa se si considera che nel 2013 gli italiani che avevano fatto perdere le proprie tracce dopo aver varcato il confine erano 1.815 e nel 2012 erano 1.694. I dati sono forniti dall'annuario statistico pubblicato dal ministero dell'Esteri. Le pagine che compongono il report non possono rappresentare il dolore che quotidianamente migliaia di famiglie affrontano. L'aridità dei numeri non riesce a trasmettere quel senso di angoscia dato da una stanza vuota, da un libro riposto in un comodino una sera e mai più riaperto. Le storie sono molte e si vanno a sommare a quelle degli italiani scomparsi dentro i confini del Belpaese. Si tratta di un esercito composto da oltre 27mila persone. Amici, fratelli, figli o genitori usciti di casa senza mai fare ritorno. A dominare la triste classifica delle persone di cui non si hanno notizie c'è la regione Lazio, dove si registrano 6.580 casi. Solo nel 2013 a Roma sono sparite 7.603 persone. Come se ad un tratto quasi tutta una delle due curve dello stadio Olimpico svanisse nel nulla. I motivi dell'allontanamento dalla propria abitazione sono diversi. Molti scompaiono volontariamente cercando di evadere dall'isterismo di una società frenetica. Altri scappano dai problemi familiari o con la giustizia. Spesso i giovani si allontanano per problemi connessi alla droga. Il fenomeno si complica quando vi sono deficit mentali pregressi. Il 14% della totalità degli scomparsi sono anziani che hanno superato i 65 anni e soffrivano di disturbi cognitivi. Da poco esiste una banca dati dove i numeri vengono aggiornati quotidianamente e, purtroppo, spesso vengono messi in relazioni con il fenomeno dei cadaveri senza nome, corpi mai reclamati che attendono di essere inumati con l'incisione «sconosciuto» sulla lapide.

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