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Terrorismo: nessun rischio specifico per l'Italia

Yemen, cittadini Usa invitati a partire

Lo ha detto il viceministro degli Esteri Dassù alla radio. Ancora nessuna notizia di padre Dall'Oglio. Continuano gli attacchi dei droni americani nello Yemen

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Dopo il ministro degli Esteri Emma Bonino è toccato al suo vice Marta Dassù fare il punto sull'allarme terrorismo globale lanciato dagli Stati Uniti. Questa mattina, intervenendo alla trasmissione radiofonica di Radio Uno «Prima di tutto», il viceministro ha detto che «L'allarme terrorismo è reale, il punto è che non è specifico verso l'Italia». Non ci sarebbero, ha spiegato, «informazioni specifiche di rischi per il nostro Paese ma abbiamo comunque anche noi, in modo precauzionale, deciso di depotenziare, di chiudere virtualmente l'ambasciata nello Yemen. È un rischio che dimostra una cosa molto evidente: nonostante l'uccisione di Osama bin Laden il pericolo al Qaeda è ancora fortemente diffuso, in qualche modo modificato, trasformato» ed «è effettivamente molto forte, non solo per l'America, ma per i Paesi europei». Il vice ministro ha ricordato che il capo della diplomazia italiana aveva parlato «di un allarme terrorismo reale» e «ha invitato i cittadini italiani ad essere prudenti». Dassù ha anche accennato a padre Dall'Oglio e a una vicenda dai contorni ancora molto nebulosi: «Purtroppo non abbiamo ancora rivendicazioni ufficiali, il che rende molto difficile la ricerca di Padre Dall'Oglio in Siria, su cui siamo molto impegnati come Unità di Crisi della Farnesina. Sappiamo - ha ricordato - che era passato attraverso un territorio al Nord, dove intendeva svolgere una missione di mediazione tra gruppi islamisti e curdi. Emma Bonino ha detto che è pensabile, è possibile, che sia stato rapito da un grupo jihadista, ma fino a quando non abbiamo delle rivendicazioni ufficiali certe non possiamo giungere a conclusioni altrettanto certe». Intanto un rapporto delle Nazioni Unite sostiene che al Qaeda è divisa, e il suo attuale leader Ayman al-Zawahiri sta faticando a ricompattarne le diverse fazioni, ma non per questo il pericolo che l'organizzazione terroristica continua a costituire è tramontato. Sempre secondo questo rapporto, il piano di compiere almeno un attentato anti-occidentale su vasta scala, emerso dalle recenti intercettazioni telefoniche di conversazioni tra i vertici del movimento jihadista, rappresenta proprio un tentativo di ritrovare l'unità e la compattezza perdute. «Per quanto frammentata e indebolita, al Qaeda non è stata annientata - si avverte nel documento Onu - La realtà delle sue diminuite capacità e dei suoi appelli dalla portata limitata non implica che sia stata superata la minaccia dei suoi attacchi». Nel frattempo nello Yemen continuano le operazioni condotte con droni «presumibilmente americani». Ieri c'è stato il terzo attacco in tre giorni, il sesto in meno di due settimane. Testimoni hanno riferito che l'aereo-spia telecomandato ha lanciato alcuni missili aria-terra in direzione di due veicoli in movimento nella provincia sud-orientale di Maarib, uno tra i principali santuari di al-Qaeda nella Penisola Arabica. Morti sul colpo i sei presunti miliziani jihadisti che si trovavano a bordo. Dopo il raid, il drone ha sorvolato per qualche minuto la scena, sorvegliando le carcasse in fiamme. Ufficialmente gli Stati Uniti non riconoscono l'utilizzo dei velivoli senza equipaggio per combattere la guerriglia in territorio yemenita, ma di fatto sono i soli a poterne disporre. Dal 28 luglio scorso, quando furono uccisi in circostanze analoghe almeno quattro membri del gruppo radicale Ansar al-Sharia, ammontano ormai almeno a venti gli estremisti eliminati in tal modo.

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