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Bergoglio ai cardinali: La Chiesa deve uscire da se stessa

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Lo ha dichiarato nelle Congregazioni che hanno preceduto il conclave. La rivelazione fatta dall'arcivescovo di Cuba, Ortega, a cui il futuro Papa aveva consegnato il discorso autorizzandolo a renderlo pubblico

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Le parole usate da Papa Francesco durante la prima udienza generale in piazza San Pietro sono molto simili a quelle pronunciate nell'intervento alle Congregazioni generali che hanno preceduto il conclave. La rivelazione arriva dall'arcivescovo dell'Avana, il cardinale Jaime Lucas Ortega, che lo ha raccontato sabato durante l'omelia. Il testo è stato poi pubblicato ieri su una rivista diocesana, Palabra Nueva. È stato lo stesso cardinal Bergoglio a consegnare a Ortega un foglio con i contenuti del suo discorso davanti al Collegio cardinalizio, autorizzandolo a renderlo pubblico. Bergoglio sosteneva che «Evangelizzare implica zelo apostolico. La Chiesa è chiamata a uscire da se stessa e ad andare verso le periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali: quelle del mistero del peccato, del dolore, dell'ingiustizia, quelle dell'ignoranza e dell'indifferenza religiosa, quelle del pensiero, quelle di ogni forma di miseria». Parole pressoché identiche a quelle pronunciate nell'udienza del mercoledì. «Quando la Chiesa non esce da se stessa per evangelizzare - continuava l'arcivescovo di Buenos Aires - diviene autoreferenziale e allora si ammala (si pensi alla donna curva su se stessa del Vangelo). I mali che, nel trascorrere del tempo, affliggono le istituzioni ecclesiastiche hanno una radice nell'autoreferenzialità, in una sorta di narcisismo teologico. La Chiesa autoreferenziale pretende di tenere Gesù Cristo dentro di sé e non lo lascia uscire». Bergoglio continuava dicendo che «La Chiesa, quando è autoreferenziale, senza rendersene conto, crede di avere luce propria e dà luogo a quel male così grave che è la mondanità spirituale, quel vivere per darsi gloria gli uni con gli altri. Questo deve illuminare i possibili cambiamenti e riforme che si devono realizzare per la salvezza delle anime». Infine, parlando del «prossimo Papa» il cardinale lo tratteggiava così: «Un uomo che, attraverso la contemplazione di Gesù Cristo e l'adorazione di Gesù Cristo, aiuti la Chiesa a uscire da se stessa verso le periferie esistenziali».

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