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Sprofondo Lazio contro il Genoa

Zero punti in due partite, biancocelesti spenti e spompati, puniti da Retegui

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Ora è crisi. Inattesa ma giusta. Passa il Genoa all’Olimpico, la Lazio non c’è. Zero punti in due gare e le trasferte con Napoli e Juve a certificare un avvio in salita. Molto ripida è pericolosa per quanto visto all’Olimpico con una squadra in ritardo fisico e mentale anche per colpa di Sarri che ha presentato un gruppo spompato nei primi 180 di campionato. Decide la rete iniziale di Retegui, seconda sconfitta consecutiva e la certezza che sarà una stagione piena di sofferenza se non si riuscirà a invertire la marcia e pure in fretta.
Solo un cambio di Sarri rispetto a Lecce: c’è Casale accanto a Romagnoli, confermato Kamada, unica novità rispetto alla squadra della stagione passata. Gli altri rinforzi, Luca Pellegrini, Rovella, Isaksen, Castellanos e l’ultimo arrivato Sepe si accomodano in panchina . Sull’altro fronte Gilardiino si affida a un 4-3-2-1 prudente con Retegui terminale offensivo e il neo acquisto Malinovskyi pronto a spaziare tra le linee. Dopo il saluto a Vincenzo D’Amico scomparso a luglio e il volo di Olympia, i quarantamila dell’Olimpico provano a spingere la Lazio. Che parte male anche per colpa di un terreno di gioco stranamente sabbioso dove il fraseggio è molto complicato. Così il Genoa prende coraggio dopo la scoppola a Marassi nella gara d’esordio, i rossoblu arrivano sempre prima sul pallone, la creatura di Sarri arranca. 
La fortuita traversa di Vazquez annuncia il meritato vantaggio ospite: tiraccio di Frendrup, respinta imprecisa di Provedel, Retegui brucia Romagnoli e porta avanti il Genoa. Dopo mezz’ora di torpore totale la Lazio si sveglia e almeno comincia a spingere. Lazzari arriva più volte sul fondo ma non trova mai l’assist giusto, Zaccagni rimedia un rigore solare visto dall’Olimpico sui maxischermi. Solo il modesto Marinelli di Tivoli, a due passi dalla Capitale, non vede la scorrettezza. E allora la partita diventa cattiva senza motivo, troppo nervosismo che fa più il gioco degli ospiti ormai arroccati nella propria area di rigore. Sette angoli inutili sempre calciati allo stesso modo, male. Si va al riposo sullo 0-1 con qualche principio di rissa sedato a fatica dall’arbitro. Si riparte con la Lazio all’arrembaggio ma sempre con le idee poco chiare. 
Traversa di Ciro, Luis Alberto non trova di poco il pallonetto vincente ma niente gol e allora Sarri a metà ripresa inserisce Vecino, Pellegrini e Isaksen mentre Gilardino ricorre a Hefti, Ekuban e Thorsby. Ormai è una battaglia giocata sui nervi. Al 77’ entra anche Castellanos per Cataldi e la Lazio prova ad attaccare il muro genoano con un inedito 4-4-2. Tante mischie ma anche troppa confusione, Ekuban sfiora il raddoppio , la squadra di Gilardino gestisce senza problemi anche il lungo recupero. 
Finisce male con i fischi dei tanti tifosi laziali presenti per questo ingiustificabile crollo di un gruppo che solo quattro mesi fa aveva chiuso al secondo posto in campionato con una fantastica cavalcata. Squadra sotto la Nord e classico invito a tirare fuori gli attributi: basterà?<QA0>
 

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