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Tare saluta la Lazio

Dopo 18 anni il ds lascia il club biancoceleste: bilancio ottimo con tanti colpi di mercato

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Fine di un’era: il diesse Tare lascia dopo 18 anni la Lazio (15 da dirigente). In totale 17 finali tra prima squadra e Primavera, 10 trofei portati nella bacheca di Formello, due Champions conquistate (più un preliminare perso contro il Bayer e tre perse per differenza reti o un punto). Sei coppe vinte e uno scudetto, per molti perso a causa dell’arrivo del Covid-19 quando l’allora squadra di Inzaghi sembrava più brillante rispetto alla Juve di Sarri (guarda tu il destino). Senza dimenticare plusvalenze reali realizzate (Hernanes, Keita, Candreva, Felipe Anderson e Correa, più quella probabile di Milinkovic), e acquisti da urlo con pochi soldi spesi come Marchetti, Lulic, Marusic, Parolo, Klose, Immobile, Lazzari e Zaccagni, solo per citarne alcuni). Lascia con signorilità nonostante avrebbe tante cose da dire soprattutto delle ultime stagioni quando è diventato il parafulmine di tutti gli errori commessi dalla Lazio. Alcuni commessi da lui, per carità ma ora l’alibi non c’è più per nessuno. Tant’è, ieri la lettera di saluto ai tifosi, sia quelli che ne hanno apprezzato i lavoro, sia quelli che gli accollavano acquisti mal riusciti e soldi sperperati. Un’equazione, però, che si scontra con un presidente di solito molto attento ai conti: se Lotito ha deciso di tenere per così tanto tempo il suo dirigente evidentemente ha avuto più benefici che problemi dalle sue intuizioni di mercato. Ieri le sue parole. per un addio in punta di piedi così come era arrivato alla Lazio tanti anni fa: «Dopo 18 anni la mia bellissima esperienza da direttore sportivo della Lazio terminerà. È da tempo che ho maturato questa scelta, ma ho aspettato per il bene della Lazio di raggiungere il traguardo della Champions League, consapevole di aver costruito una squadra forte, con calciatori straordinari predisposti per ottenere questo obiettivo. È stata una lunga e intensa avventura fatta di gioie, sconfitte e di trofei. Non smetterò mai di ringraziare il presidente Lotito per l’opportunità che mi ha dato, i tifosi biancocelesti che mi sono entrati nel cuore, il club con tutti i suoi componenti, i calciatori, lo staff e tutti coloro i quali mi sono stati vicino in questo percorso. Ora spero che ognuno di voi continui, con la stessa passione che ho avuto io, a custodire gelosamente questa bellissima realtà»: firmato Igli Tare. Che resterà fermo per il momento nonostante alcune richieste dalla Germania. «Voglio pensare solo alla mia famiglia ora», dice al telefono anche se per lui sarà complicato staccare la spina dal calcio. 
Ora il futuro con Sarri al centro del progetto e un team di esperti composto da Angelo Fabiani (uomo di fiducia del presidente dai tempi di Salerno), Armando Calveri (segretario generale dal 2008 con patentino da ds grande conoscitore di procuratori e dirigenti) e Gianni Picchioni già nello staff del tecnico toscano, l’uomo che sceglie i giocatori. La costruzione della nuova Lazio spetterà a loro oltre a Lotito ma la Lazio, da ieri, è sicuramente più povera.

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