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Lazio, festa Champions

Battuta la Cremonese all'Olimpico con la spinta di 65.000 tifosi,. Celebrata Lulic e la squadra del 2013

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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La Lazio chiude sul podio un campionato da incorniciare e giocherà la Supercoppa Italiana. Torna seconda dopo il 3-2 sofferto contro la Cremonese e ora ha due punti di vantaggio da gestire sull’Inter terza, unica squadra che la può ancora raggiungere nell’ultimo turno. Nel giorno della celebrazione della Coppa Italia vinta contro la Roma nel 2013, griffata dal gol al 71’ di Lulic la creatura di Sarri raggiunge quota settantuno punti per uno strano scherzo del destino. Decide il gol iniziale di Hysaj e la doppietta di Milinkovic (nona rete in serie A, più due in Europa), decisivo ancora una volta e quasi sicuramente al passo d’addio. I cinque minuti di follia che avevano riportato in quota l’orgogliosa Cremonese cancellati dalla capocciata del gigante serbo quando mancavano pochi secondi al 90’.
Vola Olympia per la gioia di un Olimpico mai così pieno negli ultimi anni. Bambini impazziti per l’aquila biancoceleste, poi l’arbitro sardo Giua fischia l’inizio della gara. La Lazio parte subito all’assalto e trova il vantaggio con facilità: al 4’ Immobile pesca nel corridoio giusto Hysaj che batte il portiere Sarr. Il raddoppio lo realizza sul finire del primo tempo Milinkovic con un tocco vellutato sull’assist al bacio di Pedro. Nella ripresa la Lazio riesce a complicarsi la vita con cinque minuti di disordinata follia. Subisce due reti incredibili, un tiro da fuori di Galdames e un’autorete di Lazzari che deposita nella sua porta un innocuo cross di Ferrari. Sarri si sgola e cerca di sistemare una squadra colpita al cuore e con la lingua di fuori. Entrano Felipe Anderson e Pellegrini e nuovo assalto premiato da Milinkovic che sfrutta un angolo di Luis Alberto in mischia: 3-2. Dentro Radu per la sua festa poi l’arbitro Giua al 96’ fa imbufalire l’Olimpico, fischia una punizione dal limite (poi senza conseguenze) e Sarri si prende il rosso per proteste: salterà l’ultima trasferta di Empoli. Finisce con la gioia di uno stadio colorato come ai bei tempi e la consapevolezza che ci vorrà un impegno sempre maggiore da parte del club per assecondare il progetto Sarri capace nel giro di due anni di riportare la Lazio in Champions. Ci sarà sempre lui al comando anche se il tecnico fa capire che resterà solo alle sue condizioni: «Vediamo che macchina si può avere, parleremo con il presidente. Non è detto che si deve rimanere per forza insieme solo per il contratto. Se siamo ancora in sintonia, rimaniamo insieme, ci sono più introiti, qualcosa si può fare. Non ho intenzione di lasciare la Lazio, ma neanche di fare qualcosa che non mi sta più bene. So che non fa follie Lotito, fa parte della storia della Lazio». Ora la palla passa al presidente, l’incontro decisivo nelle prossime ore.
 

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