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Lazio spompata a San Siro

Bennacer e Theo rialzano il Milan e riaprono la corsa per la Champions: biancocelesti impalpabili

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Tre sconfitte (due a San Siro contro Inter e Milan) nelle ultime quattro partite a certificare il calo della Lazio. Ai rossoneri basta una mezz’ora per battere una squadra spompata che si consegna alla rivale Champions così come era accaduto sei giorni prima nello stesso stadio. Grave errore in uscita di Casale e Marcos Antonio, la famosa impostazione del gioco dal basso letale per molte squadre, Bennacer segna dopo diciassette minuti equilibrati (gol irregolare perché Giroud era già entrato in area di rigore), raddoppio di Theo Hernandez dopo una cavalcata di cento metri senza che Milinkovic, Casale o qualche altro biancoceleste riuscisse a spendere un fallo tattico prima del missile terra-aria nella porta dell’incolpevole Provedel: 2-0 e partita subito chiusa, nel mezzo l’infortunio di Leao costretto a lasciare il campo per un risentimento muscolare che preoccupa in vista della semifinale di Champions. A proposito, il Milan non è sembrato distratto dal prossimo impegno, piuttosto è stata la Lazio ad apparire stanca e demotivata nonostante ci fosse tanto in gioco. Peraltro da quando la creatura di Sarri (sempre sconfitto da quando siede sulla panchina laziale a San<ET>Siro, cinque ko su cinque) è uscita dalle coppe sta mostrando preoccupanti problemi fisici che rendono pericolose le ultime quattro partite se non dovessero essere affrontate con la necessaria determinazione. 
La sfida di ieri non ha avuto storia, troppo più tonici i centrocampisti di Pioli che hanno sbriciolato i dirimpettai, il piccolo Marcos Antonio, lo spento Milinkovic e l’affaticato Luis Alberto. Del resto con Vecino e Cataldi rimasti a Roma a curarsi, c’era poca scelta per il tecnico. Tant’è, nemmeno i cambi nella ripresa hanno dato la scossa, l’ingresso di Lazzari, Pedro, Pellegrini, Basic e nel finale di Cancellieri non ha prodotto grandi benefici. Il Milan ha gestito la ripresa senza affondare, si è accontentato, la Lazio non ne aveva e ha preferito, giustamente, tenersi almeno il vantaggio numerico negli scontri diretti contro i rossoneri grazie al 4-0 di gennaio in caso di arrivo a fine campionato con gli stessi punti
È questa una delle poche note positive perché ancora una volta gli uomini di Sarri hanno sofferto l’aggressività degli avversari senza trovare contromisure, patendo anche la gara pomeridiana così come accaduto contro Torino e Inter (in quel caso addirittura alle 12.30). Non è un caso se, gli unici punti conquistati negli ultimi venti giorni, siano arrivati nella serale contro il Sassuolo quasi sole e caldo fossero un avversario in più. Ora c’è da soffrire fino al 4 giugno, nessuno si illuda, le milanesi corrono e sono superiori. Basta pensare al secondo posto da mantenere, peraltro oggi la Juve può sorpassare i biancocelesti, c’è bisogno di non buttare via una stagione cercando di recuperare i senatori apparsi con la lingua di fuori. Immobile e Milinkovic sono i lontani parenti dei giocatori ammirati per tanti anni e anche gli altri cominciano ad accusare la fatica. È fondamentale mantenere la calma e preparare bene la sfida contro il<ET>Lecce di venerdì sera, prima di quattro tappe che devono assolutamente portare la Lazio in Champions. Altrimenti, sarà difficile comprendere un crollo di questa portata.
 

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