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Addio Pino, leggenda Lazio

Si è spento a 76 anni Wilson, bandiera dello scudetto 1974. Domani alle 11 i funerali

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D’Amico: la Lazio, quella più amata. La fantastica banda di pazzi guidati da Tommaso Maestrelli che nessun tifoso della squadra più antica della Capitale non conosce a memoria. Un gruppo fantastico, seppe vincere il primo storico scudetto del club nella stagione 1973-74 ma deve avere un conto aperto col destino perché ieri si è spento il capitano, 76 anni, Pino Wilson. Un ictus se l’è preso nella notte, senza preavviso lasciando increduli tutti quelli che lo ascoltavano ogni giorno in radio o in tv. 
La morte se li sta portando via tutti, a cominciare dal condottiero Tommaso, il primo ad andarsene proprio in quei magici anni. E poi Luciano (Re Cecconi), ammazzato dalla follia di un gioielliere per uno scherzo del fato, Mario (Frustalupi), caduto in un incidente stradale senza dimenticare Padre Lisandrini, il prete che seguiva la squadra oltre all’accompagnatore Gigi Bezzi e al medico Renato Ziaco. E ancora il sor Umberto (Lenzini, il presidente a lungo trascurato quando invece insieme con Sbardella fu uno degli artefici principali di quel trionfo), Giorgio (Chinaglia) ucciso dal suo cuore a soli 65 anni, il grande Mario (Facco) e Felice (Pulici), il portiere e bandiera di quel gruppo. Ora pure Pino, anche lui che aveva accompagnato gli amici più cari fino agli ultimi momenti di vita. Sarà seppellito nella cappella a Prima Porta dove riposano già Tommaso e Giorgio: parleranno insieme, discuteranno come in quei pomeriggi a Tor di Quinto quando quella squadra si confrontava e divideva per poi ritrovarsi la domenica per abbattere qualsiasi avversario. Uno spogliatoio nel cielo, nel paradiso delle leggende del calcio, nel cuore di tutti i laziali.
Wilson era figlio della seconda guerra, madre napoletana, il padre era un ufficiale inglese che lavorava in Italia nell’ultima parte del conflitto mondiale. Nasce a Darlington ma ben presto torna a Napoli dove inizia a giocare nella Cirio e, dopo la trafila nelle giovanili, fa il suo esordio in serie D nel 1965, giocando 18 partite. Nel ’65-’66 va all’Internapoli, in C e, due anni dopo, la sua strada si incrocia con quella di Giorgio Chinaglia, di cui diventa amico inseparabile. Nel 1969 il duo viene acquistato dalla Lazio, Juan Carlos Lorenzo li voleva a Roma per rilanciare una squadra che arrancava sulle montagne russe tra campionati di serie A e cocenti retrocessioni in B. Il 14 settembre entra subito da leader nella squadra facendo il suo esordio contro il Torino sostituendo Massa che, poi, grazie all’intuizione di Sbardella fu ceduto all’Inter acquistando il cervello di quella squadra, Mario Frustalupi. La fascia al braccio in quelle fantastiche stagioni con quel Lazio-Foggia che ha reso immortale quel gruppo. La prematura morte di Maestrelli, l’esperienza nel 1978 ai New York Cosmos, chiamato da Chinaglia, con i quali giocò un solo campionato Nasl, vincendo un Soccer Bowl come miglior giocatore<WC> del torneo. Dopo il tentativo di contribuire al lancio del calcio negli Usa, il rientro in Italia e la pagina più oscura, il calcio scommesse del 1980, lo scandalo del totonero culminato con l’arresto a Pescara. Viene radiato, la Lazio va in B, una colpa che ha sempre sentito sulle sue spalle pur essendosi sempre dichiarato innocente per quella torbida vicenda di cui si è capito davvero poco. Rifiuta l’amnistia post mondiale ’82 e torna a giocare l’anno dopo <WC1>con i canadesi dell’Inter Montreal.. Giocò anche tre partite con la Nazionale, due nei mondiali del 1974. Poi un lento riavvicinamento al mondo biancoceleste culminato con l’intuizione geniale di organizzare «Di padre in figlio» che riuscì a riempire l’Olimpico senza un motivo vero se non quello di tramettere la lazialità che in quel periodo stava pericolosamente sparendo. 
Oggi dalle 10 alle 18 sarà aperta in Campidoglio presso la Sala della Protomoteca la camera ardente per dare l’ultimo saluto a un personaggio che ha fatto la storia del calcio della Capitale (ingresso dalla scalinata del Vignola.. Dolore per la scomparsa dal Lazio Club Montecitorio, dal presidente Lotito («Pino Wilson è stato una leggenda, il suo ricordo unisce intere generazioni di tifosi biancocelesti»).. I funerali sono in programma domattina alle 11 nella parrocchia del Cristo Re a viale Mazzini, dove saranno sicuramente presenti il ds Tare, Immobile, Lazzari, Zaccagni e i ragazzi del settore giovanile per l’ultimo omaggio del club di cui ha fatto la storia. E la città gli dedicherà presto anche un parco giochi.. Adesso, solo silenzio e applausi per un altro pezzo di quella squadra decimata da un destino crudele anche se il mito resisterà per sempre
 

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