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Rifondazione Lazio a rilento

Lotito deve scendere in campo:: bisogna fare chiarezza sui giocatori a scadenza e sul rinnovo di Sarri

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Serve equilibrio ma anche chiarezza. Sono tanti i nodi da sciogliere per la Lazio, la rifondazione va a rilento tra alti e bassi. A Firenze perfetta, a Milano inguardabile: il vecchio difetto che riemerge quando ci sono partite ravvicinate e non lascia mai un gruppo abituato a vivere sulle montagne russe. Puntuale ricompare e i segnali positivi visti sabato sera al Franchi spariscono in novanta minuti in cui la banda di Sarri è stata presa a pallonate dai rossoneri. Certo, è vero che negli ultimi due mesi i biancocelesti hanno perso soltanto contro Inter e Milan in trasferta ma è altrettanto sicuro che troppo spesso riappaiono limiti strutturali preoccupanti. Ecco perché si è arrivati a un punto di svolta per poter preparare bene la campagna acquisti estiva che prevede una vera e propria rifondazione. Che non può prescindere dal saper ritrovare in fretta quella unione di intenti fondamentale per portare avanti una strategia vincente. Lotito deve scendere in campo, c’è bisogno del suo intervento per dirimere questioni vitali per la vita del club.
Per primo il rapporto tra il ds Tare e il tecnico Sarri che, pure nel rispetto dei ruoli, si sono trovati poco d’accordo su alcune scelte strategiche. Va trovata una quadra per evitare a livello di comunicazione dichiarazioni contrastanti sullo stesso argomento. Per secondo, scegliere se prolungare il contratto dell’allenatore fino al 2025: basta annunci, come quello della cena di Natale, è arrivato il momento di sposare Sarri che però deve anche entrare meglio dentro la Lazio dando quel qualcosa in più che finora si è visto solo a intermittenza. 
Per terzo, c’è il nodo del rinnovo dei giocatori a scadenza. A Firenze ce n’erano addirittura cinque in campo sulla formazione schierata dall’inizio: Strakosha, Patric, Luiz Felipe, Marusic e Leiva (più Radu in panchina). Tutti possono aver già firmato per altri club (il portiere e il brasiliano andranno sicuramente via), per il montenegrino è tutto a posto mentre per Ramos e lo spagnolo ci sono versioni diverse. Anche perché l’eventuale rottura con Luiz Felipe può condizionare la costruzione della difesa del futuro perché, a quel punto, mancherebbero entrambi i centrali titolari vista l’età di Acerbi. 
Valutazioni da fare ora con il tecnico, senza rimandare, senza ridursi agli ultimi giorno con l’acqua alla gola, col rischio di commettere errori che poi pesano sul bilancio. Un cambio di passo che Lotito deve fare anche perché a luglio saranno diciotto gli anni di presidenza e i tifosi, non i contestatori incalliti, ma gli equilibrati silenziosi cominciano ad avere dubbi su un futuro migliore.
 

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