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La Lazio non coglie l'attimo contro l'Atalanta

Occasione persa contro il avversario decimato: solo un pari 0-0 e classifica anonima

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Non sfonda la Lazio proprio come era accaduto contro il Galatasaray in Europa quando serviva vincere per arrivare primi nel girone. Invece, un altro brutto 0-0. Attacca, colpisce il palo con Zaccagni ma stecca contro l'Atalanta ridotta ai minimi termini dalle assenze. Esce uno scialbo pareggio che condanna i biancocelesti a una classifica anonima, peraltro meritata per quanto fatto vedere finora. Di sarrismo nemmeno l'ombra, tanto gioco ruminato, tanto possesso palla: tutto qui. E la tenuta difensiva (terza gara senza subire gol) non basta a rendere meno amara la serata dell'Olimpico.
Lazio senza Acerbi, Radu, Akpa Akpro, Cataldi e soprattutto Pedro, Sarri recupera Zaccagni e Basic per la panchina ed è costretto ad affidarsi alla coppia difensiva Luiz Felipe-Patric, in mezzo torna Leiva che non gioca titolare in campionato da ottobre, davanti Immobile e Felipe Anderson con l'ex veronese. L'Atalanta si presenta senza dieci giocatori: Zapata, Gosens e Ilicic sono fuori per infortunio, Boga è in Africa per la coppa poi ci sono i sei indisponibili della vigilia, vale a dire Malinovskij, Koopmeiners, De Roon, Pasalic, Muriel e Hateboer. Gasperini si affida a un prudente 3-4-1-2 con il giovane Scalvini a centrocampo accanto a Freuler, Pessina dietro alla coppia Miranchuk-Piccoli. Vola Olympia in un Olimpico deserto, appena 5.000 spettatori, quasi tutti in Tevere, pronti a insultare Gasperini dopo gli screzi per la Coppa Italia 2019 vinta dai biancocelesti e contestata dal tecnico bergamasco. Si parte con la Lazio che prova a prendere in mano la gara, l'Atalanta chiusa dietro ma pronta a pressare le fonti di gioco biancocelesti in ogni centimetro del campo. 
Addirittura viene riproposta dopo decenni la marcatura a uomo con Scalvini che segue Milinkovic ovunque per bloccare il fantasista di Sarri. La tattica di Gasperini anestetizza la Lazio che fatica a trovare sbocchi e soffre i duelli in mezzo al campo dove anche Luis Alberto viene limitato da Freuler. L'unico che trova qualche spunto apprezzabile è Zaccagni, con Zappacosta in difficoltà e ammonito dall'arbitro Sozza al quarto intervento falloso. Sarri si sgola dalla panchina ma c'è solo il possesso paĺla, niente di più, nemmeno un tiro in porta prima di andare all'intervallo. Si ricomincia con l'assalto della Lazio, la spinta aumenta, anche se Miranchuk fa paura su una ripartenza, poi il clamoroso e sfortunato palo di Zaccagni. La partita ora è più viva, Gasperini inserisce Mahele e Toloi, Sarri ci prova con Lazzari per Hysaj. Nell'ultimo quarto d'ora entra in scena anche la stanchezza da entrambe le parti (esce anche Luis Alberto, dentro Basic), c'è tanta confusione ma le idee sono annebbiate da una sfida molto dispendiosa. Gasperini inserisce i giovani Sidibe e De Nipoti per far rifiatare Piccoli e Pessina quando mancano solo cinque minuti.
Niente da fare, finisce con un pari meritato degli ospiti che hanno saputo gettare il cuore il oltre all'ostacolo mentre la Lazio ha sprecato un'altra occasione in una stagione dove i rimpianti cominciano ad essere troppi. Ora gli ultimi giorni di mercato con la sensazione che la rivoluzione sarriana sia ancora lontana: servirebbero rinforzi per dare una scossa ma difficilmente arriveranno.

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