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Da atleti a imprenditori. Quattro progetti digitali di sportivi "pro"

App, formazione e business. Nel programma D&E in Sports di SKS365 e LVenture anche l'ex calciatore laziale Makinwa

Davide Di Santo
Davide Di Santo

Professionista dal 2010, bassista dal 1993, padre di gemelli dal 2017. Su Tecnocrazia scrivo di digitale e tecnologia

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Lo sport può assicurare ai pochi eletti che riescono a diventare atleti professionisti grandi guadagni, notorietà e un consenso sociale unico se paragonato ad altri settori. Ma c’è anche un’altra faccia della medaglia: l’attività di uno sportivo ha dei limiti fisiologici e la sua carriera ha una «data di scadenza» che prima o poi diventa inevitabile. Solo pochi riescono a vivere una «second life» di successo, anche provenendo dai mondi più pagati e celebrati come quello del calcio. Si stima infatti che il 61 per cento dei calciatori professionisti si ritrova disoccupato dopo cinque anni dal ritiro e solo uno su dieci imbocca una strada di successo dopo aver appeso gli scarpini al chiodo.

Il dato, contenuto in uno studio del 2017 della FIGC, è emerso da The Final, l’evento conclusivo del percorso di formazione e sviluppo Digital & Entrepreneuership in Sports lanciato da SKS365 ed LVenture che ha l’obiettivo di trasformare l’esperienza e l’entusiasmo di ex atleti professionisti in startup innovative. Quattro i progetti usciti dal programma di formazione e sviluppo che nei prossimi mesi diventeranno delle imprese a tutti gli effetti, tutti ideati sulla parola d’ordine della nuova visione dell’economia digitale post pandemia: new normal. 

Sponsorboom (presentato da Andrea Fontanella, Carlotta Oggioni, Giulia Paolillo, Luca Alpozzi, Sonja Percan) è un marketplace che nasce dall’esigenza da parte degli sport minori e delle società dilettantistiche di trovare sponsor per la propria attività. L’obiettivo è far incontrare domanda e offerta favorendo il contatto diretto tra atleti, associazioni e imprenditori, con un occhio di riguardo, almeno in fase di lancio, per sci, pallavolo, basket e vela grazie alle conoscenze maturate dai founder. Morbin, che vede tra i protagonisti il cestista Andrea Coronica e il calciatore ex Lazio Stephen Makinwa insieme a Manuel Pascali e Stefano Bossi, è un’app dedicata all’allenamento personalizzato e alla riabilitazione. Chi si abbonerà avrà a disposizione un team sportivo professionistico con cui pianificare la propria attività. A differenza di altri servizi qui l’impronta è scientifica con focus dedicati alla postura e alla prevenzione dagli infortuni. 

Tutti gli atleti nel corso della propria carriera dovrebbero costruirsi un «paracadute» per quando dovranno smettere. Sport2Work (Andrea Radin, Daniele Postiglioni, Giorgio Barbareschi, Lara Peyrot) si rivolge a loro con una piattaforma per pianificare percorsi di formazione, orientamento e mentoring che possano permettere agli sportivi di reinventarsi nel mondo del lavoro alla fine della carriera agonistica. Ancora più orientato al business il progetto nato dall’impulso del karateka Rabia Jendoubi (con lui Giulio Alberto Silva, Marco Ponteri, Nicola Sesto). Travel Sport si rivolge agli appassionati che seguono eventi sportivi in giro per l’Italia e che in un’unica piattaforma potranno trovare tutti i servizi per pianificare il proprio viaggio dagli spostamenti all’alloggio fino alla ristorazione. Ci guadagnano le società sportive, alle quali è garantita una commissione. e i turisti sportivi che, nonostante il giro di affari del settore sia da capogiro, per le varie trasferte devono affidarsi al fai-da-te. 

Digital & Entrepreneuership in Sports, che si è svolto nel primo semestre del 2021, «ha dato la possibilità di esplorare le connessioni oggi sempre più presenti tra lo sport e la digital economy, arricchendoci di un punto di vista, quello dei partecipanti, altamente qualificato dalla loro grande esperienza sul campo», ha affermato Antonella Zullo, Head of Open Innovation di LVenture Group, tra i più importanti acceleratori di startup in Europa. «Una conferma di come il digitale possa aprire nuovi scenari formativi, di crescita professionale e di business - ha concluso - in un settore che si sta aprendo all’innovazione e sempre più di grande interesse per le corporate». 

«La formazione è da sempre uno dei valori cardine della nostra Corporate Identity, e lo sport rappresenta l'universo in cui ci muoviamo come azienda e che vogliamo preservare, contribuendo al suo sviluppo anche oltre il campo di gioco, soprattutto in questi tempi resi ancora più complessi dalla pandemia - è il messaggio di Brian Dean, Chief People Officer di SKS365 - Siamo quindi molto orgogliosi di aver contribuito al processo di reskilling degli ex atleti professionisti che hanno preso parte al corso, e siamo rimasti piacevolmente colpiti dallo spirito di iniziativa e di imprenditorialità che ha mostrato l'intera classe».

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