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Mostro sceglie Emis Killa e Gemitaiz: il rap è la mia scuola di vita

Carlo Antini
Carlo Antini

Parole e musica come ascisse e ordinate

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Ha solo 30 anni ma ha già alle spalle 10 anni di carriera nel rap italiano. Il romano Mostro (Giorgio Ferrario) ha appena pubblicato «Bottiglie rotte», singolo al quale hanno collaborato anche Emis Killa e Gemitaiz. La firma del contratto con Sony ha allargato i suoi orizzonti lanciandolo verso nuove esperienze artistiche. 
Mostro, qual è il messaggio dietro il testo di «Bottiglie rotte»?
«Il rap mi ha insegnato che tutto può essere trasformato. Attraverso la musica anche una brutta esperienza può diventare altro. Ed è quello che accade in questo brano in cui le bottiglie rotte si trasformano in conchiglie».
Il rap cosa rappresenta per lei?
«Sono un fan del rap nella sua forma più classica. È il genere che mi ha dato un’identità. A 13 anni sentivo di non avevo un posto nel mondo e il rap mi ha suggerito tutto, anche come vestirmi. Mi ha travolto e continua a trasformarmi. È uno stile di vita».
In «Bottiglie rotte» ci sono anche Emis Killa e Gemitaiz. Com’è nata la vostra collaborazione?
«Gemitaiz lo conosco da tempo e lo seguo da anni. Con Emis Killa, invece, abbiamo fatto amicizia solo di recente. Ci siamo trovati in perfetta sintonia su quello che considero un vero pezzone». 
Nella scena rap italiana come vengono viste le collaborazioni?
«Sono soddisfatto di come ci si comporta. Quando parlo con i rapper della mia generazione, è come se avessimo frequentato tutti le stesse scuole e vissuto le stesse esperienze. C’è un bel clima tra noi. Alcuni musicisti più giovani, invece, a volte mi sembrano un po’ vittime del mercato. Cercano di fare la cosa giusta ma spero non si facciano bloccare da questo».
Quali sono le differenze tra i rapper della sua generazione e, ad esempio, le nuovissime leve della trap?
«Nonostante mi ritenga un fan della trap, lì la comunicazione è diversa. Non sono contrario alle canzoni leggere ma, quando parlo di rap classico, mi riferisco soprattutto al fatto che si riescono a trasmettere contenuti. Tra loro c’è molta competizione ma la cosa più bella è fare musica insieme agli amici. Senza contare i grandi cambiamenti del mercato».
A quali cambiamenti si riferisce?
«Dieci anni fa, quando ho iniziato io, il mercato discografico era profondamente diverso. Era super chiuso. Ora il pubblico è pronto alle nuove sonorità e si sono aperte molte porte. Ci sono più possibilità ma, certo, per andare avanti bisogna avere sempre tanto talento».
«Da paura» e «Bottiglie rotte» segnano il suo passaggio alla Sony. Com’è cambiata la sua vita artistica?
«Attorno a me è cambiato tutto. Mi sono trasferito da Roma a Milano e sto lavorando con produttori nuovi. Per un musicista tutto questo è importante perché offre nuovi stimoli. È un periodo molto positivo per me».
Oltre al rap quale musica ascolta?
«Ho sempre ascoltato molto rap distorto. A volte, però, ho bisogno di una pausa e ascolto anche musica strumentale. Mi piace suonare il pianoforte e amo la musica italiana degli anni ’70, Battisti su tutti. Ma ho scoperto anche Peppino Di Capri».
Quali sono i progetti dopo la pubblicazione del singolo?
«Uscirà il nuovo album a cui seguirà una tournée. Non so ancora se gireremo con una band al completo oppure solo basi e deejay a cui aggiungeremo singoli interventi a sorpresa».
 

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