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Festeggia 80 anni e vende tutto, così Paul Simon fa cassa

Carlo Antini
Carlo Antini

Parole e musica come ascisse e ordinate

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Anche lui come Bob Dylan e Neil Young. Come Stevie Nicks e Mick Fleetwood. Saranno le mancate vendite dei dischi e il boom dello streaming, sarà il blocco delle attività live dopo il lockdown ma anche Paul Simon fa cassa e vende il suo intero catalogo musicale alla Sony. Per Dylan si parla addirittura di incassi tra i 300 e i 400 milioni di dollari per 600 canzoni mentre Neil Young avrebbe incassato 150 milioni per il 50% della sua produzione. David Crosby di Crosby, Stills and Nash ha ammesso: «Non avrei mai venduto se non fossi stato costretto a farlo». Viva la faccia.

Il 13 ottobre Paul Simon compie 80 anni e, per l’occasione, ha voluto incrementare un patrimonio già stimato attorno ai 45 milioni di dollari. Non ci ha pensato due volte e con la Sony ha stretto un accordo da centinaia di milioni di dollari. «Ho cominciato la mia carriera con la Columbia/Sony Records e mi sembra la naturale estensione lavorare con la divisione editoriale - ha detto - Sono felice che siano loro i custodi delle mie canzoni». Soddisfatta anche la Sony Publishing il cui Ceo, Jon Platt, ha parlato di «un incredibile onore». Nelle sue mani, infatti, sono finite pietre miliari della musica degli ultimi 60 anni: da «The Sound of Silence» a «Bridge over Troubled Water», da «Mrs. Robinson» entrata nell’immaginario collettivo anche grazie al film «Il Laureato» con Dustin Hoffman a «Still Crazy after All These Years» e «Graceland».

Chissà cosa ne pensa Art Garfunkel, nemico-amico di Simon e compagno della loro avventura in duo. Si conobbero da bambini e col nome di «Tom & Jerry» scimmiottavano gli Everly Brothers vendendo oltre 100.000 copie di «Hey, Schoolgirl». Si separarono solo negli anni del college ma nel ’64 si ritrovarono e firmarono il primo contratto con la Columbia. Erano nati i veri «Simon & Garfunkel». L’etichetta discografica decide di produrre il loro primo album, «Wednesday Morning, 3 A.M.». Inizialmente il successo è relativo ma il brano «The Sound of Silence» si fa strada tra le radio della costa orientale. Il produttore Tom Wilson chiede di reincidere il brano in chiave folk-rock seguendo la strada tracciata da Dylan. Con questa nuova veste «The Sound of Silence» viene ripubblicata come singolo e raggiunge il numero 1 della classifica americana. Da quel momento per Simon & Garfunkel arriva un successo dietro l’altro: pubblicano altri due album e diventano nomi di punta del folk. Il quarto disco «Bookends» amplifica il successo grazie a un’altra hit: «Mrs Robinson». Ma le divergenze cominciano a non essere più sanabili. L’ultimo disco «Bridge Over Troubled Water» esce nel gennaio 1970. Simon & Garfunkel decidono allora di separare le strade, complici le difficoltà incontrate nella registrazione del disco. Dopo la rottura, i due si sono riuniti di tanto in tanto soprattutto per concerti dal vivo.
A questo punto Paul Simon intraprende la sua nuova carriera solista. Il primo omonimo album «Paul Simon» esce nel 1972 ma il successo maggiore sarà «Graceland», uno dei più importanti dischi di world music. Paul Simon riesce a reinventarsi restando fedele a se stesso. Voce di un’America che si mette in discussione e riconosce i limiti e le contraddizioni che l’attraversano.

Come accadde il 29 settembre 2001 quando il sindaco di New York, Rudy Giuliani, aprì in diretta il «Saturday Night Live» dicendo ai terroristi dell’11 settembre che i cittadini di New York «avrebbero scelto di vivere la propria vita in libertà». Dietro il sindaco Giuliani c’erano i vigili del fuoco e gli agenti di polizia provenienti da Ground Zero. La polvere delle macerie sulle divise accecava sotto le luci dello studio. Subito dopo Paul Simon cantò la commovente storia del ragazzo di «The Boxer» che cerca fortuna a New York senza ottenere offerte di lavoro. Chiede solo «una paga da operaio» e, alla fine, se ne torna a casa dove almeno «gli inverni di New York non lo fanno sanguinare». Solo tre anni fa Simon si è ritirato ufficialmente dalle scene dopo aver pubblicato il suo ultimo album «In the blue light». Ma ha ammesso di essere ancora «still crazy after all these years» come canta in uno dei suoi successi. Ancora matto dopo tutti questi anni.
 

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