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Claudio Baglioni, 70 anni da cantastorie. Così diventa digitale

Carlo Antini
Carlo Antini

Parole e musica come ascisse e ordinate

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Era un giorno assolato di aprile 2007 quando Baglioni salì sul balcone della sua vecchia casa di via dei Noci, a Roma, per improvvisare un concerto dedicato ai fan di Centocelle. Chitarra a tracolla, cominciò a intonare alcune note e subito si raccolsero in piazza centinaia di increduli col naso all’insù. Prima di uscire sul balcone, Baglioni accolse in casa alcuni cronisti e ci fece respirare il suo attaccamento alle radici, il gioco romantico e ancestrale del legame con la città e col quartiere dove ha trascorso l’adolescenza (anche se è nato a Montesacro a cui dedicò «’51 Montesacro»). Quella mattina di 14 anni fa la trascorremmo sorseggiando una bibita fresca e chiacchierando come amici. E pensare che nel ’66 aveva già provato un esperimento analogo ma sotto quel balcone non si radunò quasi nessuno.

Il 16 maggio Baglioni compie 70 anni trascorsi nell’incessante desiderio di raccontare il mondo e l’amore che lo muove. Molto spesso il ripiegamento sulla dimensione intima e privata è stato scambiato per disimpegno ma Baglioni non è mai sceso a compromessi con le mode del momento. Nemmeno negli anni in cui sarebbe stato comodo farlo. Ha tenuto saldo il timone dell’ispirazione, diventando uno degli autori e interpreti più significativi della canzone italiana. Da «Agonia» (com’era soprannominato a inizio carriera) a «AudioBaglioni» come si divertiva a chiamarlo Morricone. 16 album in studio, 13 dal vivo, 5 raccolte, 3 album di cover e 25 tour sono il bilancio di una carriera lunga più di 50 anni, cominciata nel ’69 quando firmò il primo contratto con la Rca. Il grande successo arrivò solo 3 anni dopo, quando pubblicò «la canzone del secolo». «Questo piccolo grande amore» uscì nel ’72 e lo consacrò definitivamente contribuendo alla sua identificazione come cantautore romantico e dei buoni sentimenti.

Ma era solo il primo di una serie di record. Nel 1991 il concerto di ritorno dopo 5 anni di assenza, «Oltre una bellissima notte», venne eletto «miglior concerto dell’anno]» da Billboard. Baglioni si è esibito in oltre 2mila live e detiene il record italiano di spettatori paganti in un solo concerto allo stadio (88.756) in occasione della tappa del 6 giugno ’98 allo stadio Olimpico. Ha venduto oltre 60 milioni di dischi e l’album «La vita è adesso» è rimasto al primo posto in Italia per 27 settimane consecutive divenendo (con oltre 4 milioni di copie) l’album più venduto in Italia. Ha composto e collaborato con i maggiori interpreti italiani e stranieri e la stessa Mina rese ancora più struggente un brano emozionante come «Poster». Per suo figlio Giovanni ha scritto «Avrai», la canzone italiana forse più toccante tra quelle dedicate a una nascita. Ma i brani entrati nell’immaginario collettivo sono innumerevoli e ognuno di noi ha il suo preferito. Col passare degli anni il carattere schivo si ammorbidì e Baglioni cominciò a essere protagonista anche sul piccolo schermo. Con Fazio condusse «Anima mia» e «L’ultimo valzer» raggiungendo l’apice della popolarità con la doppia direzione artistica e conduzione di Sanremo nel 2018 e 2019. 
Per il settantesimo compleanno i fan si sono sbizzarriti e quelli raccolti attorno al sito www.doremifasol.org gli faranno un regalo speciale: un murales a Casa San Felice, casa-famiglia gestita dal parroco dell’omonima chiesa di Centocelle. Maupal ha realizzato un primo piano del cantautore dalla cui testa fuoriescono le note e le parole di «Strada facendo». E fino al 17 maggio il Palazzo Velli Expo di Roma ospiterà «70Insieme»: pittura, scultura, poesia e fotografia in 70 opere, 70 artisti e 70 canzoni raccolte in un «percorso emozionale».

Baglioni continua a guardare avanti. E dà appuntamento al 2 giugno quando sulla piattaforma streaming ITsART verrà trasmessa «In questa storia che è la mia», l’opera pop-rock-sinfonica tratta dal suo ultimo album di inediti che trasformerà in ambiente scenico ogni spazio del Teatro dell’Opera. Lo show si aprirà con un monologo interpretato da Pierfrancesco Favino e un preludio di danza affidato a Eleonora Abbagnato. «Sto facendo fare delle verifiche a un notaio ma pare che sia proprio così - ha detto in una recente intervista scherzando sul suo settantesimo compleanno - Ho la sensazione che il futuro non sia equivalente al passato che ho alle spalle. Alcune cose non torneranno più se non attraverso i ricordi, attraverso una sana nostalgia». Quella che per noi è la colonna sonora di una vita.
 

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