Meloni vede Zelensky, condivisi prossimi passi per la pace. Pressing di Kiev su asset russi e armi
Un'ora e mezza di colloquio per analizzare lo stato di avanzamento del processo negoziale e condividere i prossimi passi da compiere per il raggiungimento di una pace giusta e duratura per Kiev. Giorgia Meloni riceve a Roma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, reduce dagli incontri di Londra e Bruxelles con i leader europei, nel giorno in cui Donald Trump torna a 'pungere' l'Europa sulla gestione del conflitto, e non solo. I due alla fine, secondo quanto riferisce una nota di Palazzo Chigi, ricordano "l'importanza dell'unità di vedute tra partner europei e americani e del contributo europeo a soluzioni che avranno ripercussioni sulla sicurezza del continente". "Pari attenzione", prosegue il comunicato diffuso dopo il bilaterale, viene rivolta anche "ai temi della definizione di robuste garanzie di sicurezza che impediscano future aggressioni e del mantenimento della pressione sulla Russia affinché sieda al tavolo negoziale in buona fede". Al suo interlocutore, Meloni ribadisce "la solidarietà al popolo ucraino" e assicura che "l'Italia continuerà a fare la sua parte anche in vista della futura ricostruzione dell'Ucraina". Nel messaggio postato sui social, Zelensky definisce quello avuto con l'inquilina di Palazzo Chigi "un colloquio eccellente e molto approfondito su tutti gli aspetti della situazione diplomatica". "Apprezziamo il ruolo attivo dell'Italia nel generare idee concrete e definire misure per avvicinare la pace. Contiamo molto sul continuo sostegno dell'Italia", aggiunge quindi il presidente ucraino, ringraziando "per il pacchetto di assistenza energetica e per le attrezzature necessarie: è esattamente ciò che sosterrà le famiglie ucraine, il nostro popolo, i nostri bambini e la vita quotidiana nelle nostre città e comunità, che continuano a subire continui attacchi russi. Dobbiamo proteggere vite umane. Grazie, Italia!".
Sia nella nota di Palazzo Chigi che nel post di Zelensky non c'è alcun riferimento al discorso legato alle forniture di armi a Kiev. Tema che invece il leader ucraino mette in evidenza dopo aver parlato con il premier canadese Mark Carney: "Vorrei ringraziare in particolare il Canada per il suo significativo contributo all'iniziativa Purl, che ci consente di acquistare armi americane per proteggere vite umane, comprese le difese aeree". Sull'ok al programma coordinato dalla Nato, il governo italiano non si è ancora espresso. Al G20 di Johannesburg Meloni aveva spiegato che "ad ora non stiamo aderendo, poi vedremo, ma non ci siamo dati una deadline". La tempistica ovviamente per Kiev non è un dettaglio, come dimostrano anche le parole su X del ministro degli Esteri Andrii Sybiha dopo un colloquio con Antonio Tajani. "Abbiamo parlato di decisioni urgenti per rafforzare il nostro paese e aumentare la pressione sull'aggressore - il resoconto del politico ucraino -. È importante consentire finalmente il pieno utilizzo dei beni russi congelati, rafforzare l'Ucraina nell'ambito del programma Safe e aumentare ulteriormente i contributi all'iniziativa Purl".
Il pressing dell'Ucraina su asset russi e nuove armi deve fare i conti, a Roma, con le resistenze del vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, che da settimane ha messo in chiaro la contrarietà su entrambi i dossier, ed è tornato a ribadire che "io non tolgo soldi alla sanità italiana per far andare avanti una guerra che è persa". Ecco quindi che l'altro vice di Meloni, Antonio Tajani, sempre su X si limita a ricordare che per Kiev è "in arrivo il 12esimo pacchetto di aiuti militari, oltre che forniture e generatori per sostenere popolazione e infrastrutture energetiche". Per quanto riguarda invece il decreto per autorizzare anche nel 2026 la cessione da parte dell'Italia di forniture militari all'Ucraina, il ministro degli Esteri assicura: "Entro la fine dell'anno sarà messo all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri". Il prossimo Cdm si terrà giovedì pomeriggio, ma il provvedimento potrebbe arrivare sul tavolo del governo anche in una delle altre due riunioni già calendarizzate per il 22 e 29 dicembre.
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