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Test di Medicina, c'è il primo ok per l'abolizione. FdI: "Risultato storico"

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Il Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato ha adottato, praticamente all'unanimità, il testo base per dire basta al numero chiuso a Medicina. «Era ora: i grandi chirurghi e i medici si selezionano durante l’iter degli studi e poi si confrontano in sala operatoria e in corsia. Non certo con un assurdo sbarramento iniziale con test a crocette. Quanti validi professionisti della sanità avremmo potuto avere nei nostri ospedali, senza il test di ingresso a medicina? Ci troviamo invece con una carenza di 50.000 medici in Italia e 3.500 in Veneto, per scelte sbagliate calate dall’alto a livello nazionale in passato». Luca Zaia, presidente del Veneto, da anni si batte contro il numero chiuso a Medicina e oggi esulta alla notizia del primo ok alla sua abolizione. «Sono anni che, di fronte alle difficoltà di reperimento di medici e alla diminuzione dei giovani che vogliono intraprendere questa difficile professione, chiedo un ampliamento della base di reclutamento- prosegue- che non può che passare attraverso un più facile accesso alla facoltà di Medicina, senza stroncare in partenza sogni e vocazioni tramite quiz. Era davvero ora che arrivasse un cambio di passo: bene la decisione del Comitato ristretto della commissione Istruzione del Senato di approvare praticamente all’unanimità il testo base con il quale dire basta al numero chiuso in medicina».

 

 

«Il Dipartimento Università di Fratelli d’Italia esprime profonda soddisfazione nel constatare che il Senato della Repubblica abbia trovato una giusta mediazione tra sensibilità diverse, per superare definitivamente, dopo decenni di attesa, l’attuale sistema di selezione per l’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia ed Odontoiatria. È una rivoluzione che rappresenta un risultato storico frutto di un grande lavoro di squadra, che ha visto protagonista assoluto il nostro partito». Lo afferma in una nota il responsabile del Dipartimento Università di Fratelli d’Italia, Massimo Miscusi. «Il nuovo sistema - spiega - prevederà un accesso libero al primo semestre dei corsi di laurea in Medicina a tutti gli studenti, i quali poi attraverso una valutazione uniforme, oggettiva, e nazionale del rendimento su materie curriculari potranno proseguire gli studi in conformità alla programmazione nazionale. È una riforma che permetterà di superare l’attuale test-lotteria, che spesso discrimina gli studenti a seconda del loro percorso delle scuole medie superiori. Il nuovo sistema premierà il merito dei ragazzi misurato sul loro rendimento di un intero semestre». «Inoltre, - conclude Miscusi - per chi non dovesse guadagnarsi il passaggio al secondo semestre di medicina, sarà possibile il passaggio ad un’altro corso di laurea dell’area biomedica con il riconoscimento dei crediti formativi ottenuti».

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