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Sanremo 2024, lo spot Pupa su lui, lei e l'altra accende la (prima) polemica

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Ancora non parte il Festival di Sanremo, al via martedì 6 febbraio dal teatro Ariston, che già si registra la prima polemica. Ad accenderla è uno spot di Pupa, marchio di trucchi e makeup,  in cui si vede uno sposo sull’altare che attende la sua sposa. Lei si prepara e poi lo raggiunge in una chiesa gremita, ma l’arrivo di un’altra donna, bagnata dal temporale - ma il trucco resiste... - cambierà i piani e la porterà via, lasciando l’uomo solo e incredulo. Il tutto con un finale-citazione: le due donne se ne vanno via salendo su un autobus come Dustin Hoffman e Katharine Ross ne Il Laureato.  Lo spot dovrà uscire la prossima settimana ma è stato pubblicato in anteprima sul sito Affaritaliani. «Questo spot rientra nello schema della normalizzazione a tutti i costi delle relazioni omosessuali -tuona infatti con l’Adnkronos il senatore della Lega Simone Pillon- Se a noi adulti lascia indifferenti, è invece un potente strumento di indottrinamento per i ragazzini». Tutto questo «ossessivo lasciare messaggi in questi termini porta ad una sorta di propaganda sapientemente orchestrata che ha la finalità di portare avanti quello che è un vero e proprio contagio sociale -aggiunge Pillon- Le conseguenze sono quelle che vediamo con l’aumento della disforia di genere, la confusione di orientamento sessuale nei ragazzini e a farne le spese sono loro. Se andiamo avanti cosi dovremo mettere l’avviso ’questo spot nuoce gravemente all’orientamento sessuale dei giovani». Sanremo «è seguito dai giovani -scandisce il senatore leghista- sono anni che fanno un indottrinamento, è diventato un festival lgbtq. Che si continui così lo trovo veramente stucchevole».

 

Natascia Maesi, presidente nazionale Arcigay, replica: «Se Pillon grida allo scandalo di fronte ad uno spot che racconta la fuga di due donne che scelgono di amarsi sfidando le convenzioni sociali e il destino di un matrimonio eterosessuale imposto o non desiderato, è perché crede di vivere ancora nel Medioevo, in un mondo che non c’è più. Che gli piaccia o no, le lesbiche esistono e mettono su famiglia». E ciò che «nuoce gravemente alla salute dei giovani non è la normalizzazione dell’omosessualità che da loro è già stata sdoganata, ma la mancanza di programmi di educazione all’affettività e al consenso nelle scuole. Sono proprio i giovani a chiederci di essere informati, consapevoli e quindi tutelati dalla violenza che nasce dal pregiudizio. E a loro che dobbiamo dare risposte serie e credibili, invece di riproporre la solita la caccia alle streghe», aggiunge la presidente dell’Arcigay.

 

 Nel dibattito interviene anche Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, che spiega: «Non ho interesse a giudicare le logiche di marketing di un brand. Ma voglio sottolineare agli uffici che stanno ormai ripetutamente seguendo i diktat lgbtq, che sono meccanismi commercialmente dannosi. Si continua a voler massacrare l’idea più cara che c’è alla radice dell’essere italiani, cioè l’idea di famiglia». 

A questo link il video dello spot Pupa per il Festival di Sanremo

 

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