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Blue monday, il 15 gennaio è il giorno più triste dell'anno

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Gennaio non è un mese facile da affrontare e come sempre a pesare è anche il Blue Monday in arrivo lunedì 15. A definire il terzo lunedì di gennaio come “giorno più triste dell’anno” sarebbe stata un’equazione matematica messa a punto nel 2005 dal dottor Cliff Arnall, che all’epoca insegnava nei corsi serali dell’Università di Cardiff in Galles, ma ormai il confine fra verità e leggenda è quasi scomparso. Eppure qualcosa di reale e tangibile rimane nella tristezza che coglie dopo la chiusura delle festività natalizie: si torna al lavoro e l’orizzonte delle prossime vacanze è molto lontano. Non solo. Stando ad un’analisi di ProntoPro, riportata da Adnkronos, l’inizio dell’anno è un momento particolarmente sensibile per i consulti psicologici e a gennaio ci si dedica maggiormente al benessere mentale con un picco della domanda di psicologi nella settimana del Blue Monday. 

 

 

Osservando l’andamento delle richieste di psicologi nel mese di gennaio, infatti, gli analisti hanno rilevato che la settimana del Blue Monday, in alcuni casi, supera di oltre 10 punti percentuali le ricerche di psicologi effettuate nei primi sette giorni dell’anno. Nel gennaio 2023, per esempio, le richieste avvenute in concomitanza del ‘lunedì triste’ hanno raggiunto il picco massimo del mese, pari al 28%, contro il 17% della prima settimana e una media mensile del 20%. Un andamento simile è stato registrato nel 2022, nel 2021 e nel 2020, dove nella settimana del Blue Monday si sono concentrate rispettivamente il 24%, il 22% e il 25% delle richieste, contro una media mensile che si è attestata sempre intorno al 20%. 

 

 

Inoltre, gennaio è il mese nel quale si registra un’impennata nella domanda di psicologi rispetto agli altri periodi dell’anno. Nel 2023, infatti, nel primo mese, le richieste hanno raggiunto il 21%, contro una media annuale di poco superiore all’8%. A rompere il tabù è la Gen Z visto che il 44% di chi cerca uno psicologo ha tra i 19 e i 25 anni. Analizzando il comportamento delle varie fasce d’età, gli analisti hanno notato che a cercare il supporto di uno psicologo, nel 2023, sono stati soprattutto i ragazzi maggiorenni sotto i 25 anni (44%), una generazione che mostra un costante e crescente interesse per il benessere mentale e registra infatti la più elevata percentuale di crescita rispetto all’anno precedente nella domanda per servizi di questo tipo: +6% rispetto alle altre fasce d’età. A seguire, i Millennial (26-35 anni), dai quali viene il 26% delle richieste per supporto psicologico. Solo il 14% della domanda di psicologi proviene, invece, da persone tra i 36 e i 50 anni, con un calo del 3% rispetto al 2022, mentre l’8% viene da chi ha tra i 10 e i 18 anni (in calo di due punti percentuali rispetto al 2022). Fanalino di coda sono coloro che hanno più di 51 anni, che, con solo il 7% di richieste per questo tipo di servizi, risultano trascurare un po’ di più la salute mentale. Un vero e proprio giorno infausto.

 

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