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Strage di Erba, riaperto il caso. Accettata l'istanza di revisione: cosa succede ora

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Inizierà l'1 marzo 2024 il processo di revisione per la strage di Erba a carico di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i due coniugi condannati in via definitiva per il pluriomicidio avvenuto a colpi di coltello e spranga nel paese del Comasco l'11 dicembre 2006 che provocò la morte di Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. La Corte d'Appello di Brescia - seconda sezione penale - ha accolto e riunito le istanze di revisione presentate dai legali di Romano e Bazzi, Fabio Schembri, Vincenzo D'Ascola, Patrizia Romano e Luisa Bordeaux, e dal sostituto procuratore generale di Milano, Jacob Cuno Tarfusser, e notificato il decreto di citazione comunicando la data della prima udienza agli avvocati e alle parti civili delle famiglie Marzouk, Frigerio e Castagna, parenti delle vittime. La sentenza di condanna al carcere a vita era stata emessa dalla Corte d'assise di Como il 26 novembre 2008 e confermata dalla Cassazione il 3 maggio 2011.

 

 

I tre giudici del collegio d'Appello di Brescia dovranno valutare la 'novità' delle prove depositate, soprattutto alcune delle 15 consulenze tecniche firmate da professori e neuroscienziati di tutta Italia. In particolare riguardano la testimonianza di Mario Frigerio (oggi defunto), quella sera colpito con un fendente alla gola e creduto morto dagli assalitori ma sopravvissuto per miracolo, che in aula indicò i due coniugi, oggi di 64 e 63 anni, come gli autori della strage. Le istanze di revisione accolte riguardano anche le confessioni di Olindo e Rosa, rese ai carabinieri e pm di Como, le intercettazioni ambientali, la morte della signora Cherubini perché, secondo la difesa, l'assassino sarebbe stato ancora dentro casa quando arrivarono i soccorritori nella corte in fiamme di via Diaz 25, nota nella zona come la 'Casa del Ghiaccio'. Inoltre c'è la traccia ematica, elemento chiave del processo, proveniente dal battitacco dell'auto di Romano, bollata dagli avvocati come "suggestione ottica", che sarebbero smontate da nuove consulenze genetiche e materiali fotografici.

 

 

Una decisione, quella di riaprire il processo, che ha già provocato reazioni. "Per noi la verità giudiziaria già è stata già scritta", commenta a LaPresse Beppe Castagna che nella strage perse la madre Paola Galli, la sorella Raffaella e il nipotino di due anni Youssef Marzouk. "Siamo convinti che, se dovessero rifare questo processo non una, ma due, tre, sette volte, darebbe lo stesso risultato comunque. Non abbiamo il minimo dubbio che siano colpevoli - prosegue -. Non parteciperemo come parte civile se si dovesse rifare un nuovo processo". Per il sostituto Pg di Milano, Jakob Cuno Tarfusser, che ha chiesto la revisione "le prove che hanno portato alla condanna all’ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi sono inconsistenti e non dimostrano la loro colpevolezza". "A livello personale e professionale sono molto più che soddisfatto", aggiunge il magistrato che per la vicenda è stato sottoposto a procedimento disciplinare dalla Procura generale della Cassazione con l'accusa di aver 'scavalcato' la Procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni. "Non parlo di innocenza, che non è una categoria giuridica, ma di colpevolezza o non colpevolezza - conclude -. Mi ritengo un operaio del diritto e cerco di analizzare le carte: le prove alla base delle sentenze, tecnicamente, non giustificano la condanna dei due imputati".

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