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Femminicidi, Italia quart'ultima in classifica nell'Ue. E i casi diminuiscono ogni anno

Christian Campigli
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Due lampanti evidenze. Contrastanti solo agli occhi di chi, scientemente, vuol sfruttare politicamente simili tragedie. Perché, se da un lato è del tutto evidente come ogni donna uccisa sia una ferita per il Paese, è altrettanto lampante come l’Italia abbia una media più bassa, per questi odiosi crimini, rispetto al resto dell’Europa. Ad oggi, secondo i dati diffusi dal Viminale, sono 39 le donne vittime di femminicidio. Lo scorso anno furono 57, dodici mesi prima 61, nel 2020 63, nel 2019 furono 67 e nel 2018 ben 73. Più si va a ritroso nel tempo, più i numeri crescono. Se si consulta poi il portale Openpolis, si ha accesso a un grafico che fotografa come, nel 2020 (ultimo dato continentale completo), lo Stivale sia al di sotto della media europea. L’Italia con lo 0,32 femminicidi ogni 100mila donne non è nemmeno vicino allo 0,43 della civilissima Francia, allo 0,53 della tollerante Germania, o allo 0,6 della ridente Austria. Ma non basta.

 

 

Tra i Paesi presi in considerazione, l’Italia è al quart’ultimo posto. Questo significa che solo in Spagna, Svezia e Grecia si sono commessi meno femminicidi. Nel 2020 si sono registrati nel Vecchio Continente 745 crimini di questo tipo. Cifre che fanno comunque indignare. Ma con alcune precisazioni. Innanzitutto, il patriarcato, la famiglia tradizionale tirata in ballo un giorno sì e l’altro pure dall’universo progressista non ha nulla a che vedere con questo tipo di delitti. L’incidenza degli omicidi di donne commessi in ambito domestico è rimasta sostanzialmente invariata, registrando soltanto un lieve, seppur oscillante, calo. Non va poi dimenticato che, in nazioni più vicine a certe dinamiche care ai movimenti Lgbtq, il numero di femminicidi è più elevato rispetto all’Italia. Durante i lunghi periodi (quasi dieci anni, interrotti solo dall’esperienza dell’esecutivo gialloverde) in cui al governo c’è stato il Partito Democratico, i suddetti reati erano, statisticamente, più diffusi rispetto agli ultimi quindici mesi. Come dire, chiamare in causa il centrodestra e Giorgia Meloni è, numeri alla mano, più che pretestuoso.

 

 

Incredibilmente, come ha sottolineato Nicola Porro, anche tra i delitti esiste una sorta di "classifica". Perché, nello stesso giorno del ritrovamento del cadavere di Giulia, un’altra donna è stata uccisa. Un medico, una dottoressa di 66 anni, freddata a Reggio Calabria mentre con il marito, ferito a sua volta, usciva dall’ospedale. Francesca Romeo, un nome che in pochi conoscono. La sua "colpa"? Non essere stata uccisa da un familiare.

 

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