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C'è una giudice Apostolico anche a Strasburgo: l'Italia dovrà risarcire tre migranti

Gianni Di Capua
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Anche a Strasburgo c’è una Apostolico. La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha ordinato all’Italia di risarcire tre migranti tunisini, stabilendo che sono stati sottoposti a un trattamento «inumano e degradante» sull’isola italiana di Lampedusa. I tre ricorrenti avevano raggiunto clandestinamente le coste italiane tra il 2017 e il 2019 prima di essere collocati in un centro di accoglienza sull’isola. Per diverse settimane, durante la loro permanenza, sono stati «sottoposti a trattamenti inumani e degradanti» in questo centro sull’isola di 6.500 abitanti, ha rilevato il tribunale, citando l’esistenza di due soli servizi igienici per 40 persone e una mancanza di spazio che ha costretto alcune persone a dormire su materassi all’aperto.

 

«In assenza di un ordine che giustifichi la loro detenzione», la Corte ha ritenuto che i ricorrenti fossero stati «arbitrariamente privati della loro libertà», ha scritto in tre sentenze separate. La Cedu ha quindi concluso che le misure adottate dalle autorità italiane violavano l’articolo 5 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, che stabilisce che ogni persona detenuta ha il diritto di essere informata dei motivi della sua detenzione e deve poter esercitare il diritto di ricorso. Il tribunale ha quindi ordinato a Roma di risarcire i tre ricorrenti per un importo di 9.000 euro ciascuno.

Mentre in Europa scatta l’allarme e gli Stati membri discutono su una stretta sui rimpatri la Corte europea con questa sentenza dimostra di essere fuori dalla realtà. Non c’è dubbio che a Lampedusa le condizioni non siano ottimali ma questo solo a causa della quantità record di arrivi del 2023. Sull’isola sono anni che l’hotspot lavora con numeri ben al di sopra della capacità, non per una regia voluta dai vari governi ma per la posizione «strategica» dell’isola rispetto ai Paesi di partenza. In soldoni: arrivano tutti a Lampedusa e sbarcano ogni giorno centinaia, se non migliaia, di persone.

 

Non c’è il tempo di portarne alcuni sulla terraferma che subito ne arrivano altrettanti se non di più. Una realtà che dovrebbe portare le istituzioni europee a trovare delle soluzioni comuni visto che, come è stato dimostrato, gli effetti di questa invasione si riflettono su tutto il continente e non sono una questione solo italiana. Perché la Corte europea dei diritti dell’uomo non ha condannato l’Unione europea per il mancato sostegno a Lampedusa che costringe centinaia di migliaia di persone a vivere in condizioni disumane sull’isola e dentro l’hotspot? Mistero. Evidentemente per la Cedu l’Italia deve sobbarcarsi da sola tutto il fenomeno migratorio ma deve anche garantire loro un’accoglienza degna di questo nome e non importa se arrivano in continuazione e se non ci sono soldi e mezzi. 

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