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Terrorismo, l'allerta degli 007 dietro la chiusura della frontiera con i Balcani: il report

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L’intelligence italiana è in stato di allerta per prevenire qualsiasi infiltrazione nel nostro territorio e monitorare i legami di alcuni migranti con il terrorismo. “Per un terrorista, come dimostra la cronaca, il corridoio balcanico rappresenta un percorso privilegiato verso l’Italia e l’Europa. Niente fotosegnalazione, nessuna identificazione”, la presa di posizione di polizia e servizi segreti, un input, sottolineato ancora una volta durante il comitato di analisi strategica antiterrorismo, che ha portato Giorgia Meloni a blindare la frontiera con la Slovenia, sospendendo Schengen per effettuare maggiori controlli su chi entra in Italia.

 

 

E Repubblica cita una fonte dei nostri 007 per far capire meglio l’attuale scenario: “Conosciamo uno per uno chi sbarca da Sud. Abbiamo foto e impronte di chi arriva dall’Africa. Ma lo stesso non accade per chi entra in Italia da Est, perché non siamo il primo paese di arrivo. La fotosegnalazione dovrebbe avvenire in Grecia, o magari in Ungheria e Slovacchia, ma questo, come dimostrano centinaia di casi, non succede quasi mai. Significa non aver alcun controllo”. In particolare ci sono due informative di intelligence, in Italia e in Europa, che evidenziano la “polveriera balcanica”, un fattore che permette ai radicalizzati islamici di muoversi quasi indisturbati sul territorio. 

 

 

“Sul confine italo-sloveno transitano, oltre a pakistani, bangladesi, afghani, indiani e nepalesi, anche soggetti di origine nord-africana. Negli ultimi mesi dello scorso anno si è verificato un incremento delle segnalazioni relative al possibile invio in Europa di militanti di Daesh e di al Qaeda, che potrebbero avvalersi del supporto logistico e operativo, all’interno delle diaspore di riferimento, per compiere azioni terroristiche non strutturate contro obiettivi occidentali”, il report del Dipartimento di informazione e sicurezza. Gli 007 sono in allarme e vogliono evitare in qualsiasi modo che si ripeta quanto già successo in Francia e in Belgio negli ultimi giorni.

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