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David Lazzari: "Promuovere il benessere psicologico cominciando dalla scuola"

Intervista al presidente dell'Ordine degli psicologi dopo le parole di Sergio Mattarella

Giuseppe China
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«È responsabilità comune promuovere politiche di prevenzione, presa in carico precoce, inclusione e sostegno, fornendo ai ragazzi gli strumenti per crescere in salute. E alle loro famiglie il giusto supporto. Godere di buona salute mentale è condizione fondamentale per esercitare i diritti fondamentali della persona. Voglio ringraziare pubblicamente il capo dello Stato Sergio Mattarella per le sue recenti affermazioni». Esordisce così il presidente dell’Ordine degli psicologi David Lazzari nella sua intervista al Tempo. «Sono completamente d’accordo con la strategia, indicata dall’inquilino del Quirinale, che va fatta sia nelle scuole, sia nei servizi sociali».

Presidente David Lazzari, «Equità sociale per i bisogni psicologici» era il tema dell’evento che avete organizzato ieri a Roma. In Italia esiste un problema di uniformità di trattamento?
«In un’indagine su un campione rappresentativo della popolazione italiana che abbiamo fatto tramite l’Istituto Piepoli è emerso che il 16% delle persone ha rinunciato a un aiuto psicologico di cui aveva bisogno perché non l’ha trovato nel pubblico e non aveva le risorse per affidarsi al privato. Invece quasi sette individui su dieci hanno ricevuto sostegno grazie ai privati. Un terzo di questi sette ha dichiarato che è stato costretto a questa scelta perché non ha trovato risposte nella sanità statale. È evidente che tutto ciò crea una selezione basata su chi è avvantaggiato economicamente. Per gli altri diventa un problema enorme».

Una fotografia della situazione che lascia pochi dubbi.
«Esistono due problemi in particolare. Non c’è una rete pubblica di psicologia, soprattutto all’interno degli istituti scolastici ein parte negli stessi servizi sanitari. In altri termini: se disponessimo di strumenti di ascolto anche vicini alle persone faremmo prevenzione. Vada sé che se fornisco risposte a un problema, impedisco che esso si amplifichi. Quindi il primo ostacolo è la mancata intercettazione precoce. L’altro pezzo del ragionamento è la risposta in termini di terapia che nel settore pubblico non è possibile. Perché i pochi psicologi del sistema sanitario nazionale non hanno il tempo materiale per fornire risposte a livello di psicoterapia. Posso aggiungere una cosa».

Prego.
«Le questioni psicologiche non risolte creano dei costi enormi, visto che la persona con un disagio si attiverà per ottenere specialisti, operazioni e ricoveri. Secondo recenti studi di economia sanitaria, avere una rete di prevenzione e ascolto riduce molto le spese: per ogni euro investito se ne risparmiano tre».

Perché è importante introdurre la figura dello psicologo nelle scuole?
«Il capitolo sulle scuole è fondamentale, dato che potremmo far crescere i giovani. Premetto che lo psicologo della scuola non è uno psicologo clinico, ma scolastico: ossia che si prende cura dei ragazzi. In modo tale che abbiano gli strumenti per ambientarsi nel mondo, grazie a consapevolezza e crescita psicologica. Un aspetto essenziale: non possiamo rincorrere i problemi solo alla fine del percorso. Bisogna agire a monte: se c’è una frana devo impedirne altre». Alla luce dei conflitti russo-ucraino e arabo-israeliano come è percepita la guerra dagli italiani? «Quello che sta succedendo tra Israele e Hamas è molto impattante, registriamo una forte preoccupazione dei cittadini. Già eravamo in questo clima di guerra con l’invasione russa, adesso si aggiunge il focolaio in Medio Oriente così cruento e devastante. Viviamo in un clima di emergenza e allarme continuo che nelle persone sollecita stress, ansia e forte preoccupazione. Dobbiamo imparare a convivere con questa situazione che, va detto, non possiamo controllare in alcun modo. L’unico consiglio che mi sento di dare è quello di non tenersi dentro le proprie preoccupazioni ma condividerle con familiari e amici». 

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