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Papa Francesco e il futuro del cardinale Becciu. Quella voce in Vaticano: "Incomprensibile"

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Gianfranco Ferroni
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Papa Francesco ha voluto onorare, laicamente, Giorgio Napolitano, presentandosi domenica, dopo l’Angelus, al Senato della Repubblica, accolto dal presidente Ignazio La Russa. Vuol dire che anche gli atei possono godere di un ultimo saluto, sentito e affettuoso, da parte del numero uno del cattolicesimo. E intanto in Vaticano ormai non si sussurra più quello che, piaccia o no, è considerato un dato di fatto: il processo che vede imputato il cardinale Angelo Becciu ha dimostrato un comportamento corretto dell’alto prelato, mandato a processo da Papa Bergoglio nello spirito di un pontificato che voleva dare un segno di trasparenza, anche nella gestione delle finanze della parte destra del Tevere.

Considerate le autorizzazioni e le condivisioni di tutte le scelte di Becciu da parte dei vertici vaticani, c’è chi troverebbe «controproducente, incomprensibile e paradossale» che i rappresentanti della Segreteria di Stato, a nome del cardinale Pietro Parolin e del pontefice, non distinguano le posizioni di alcuni che sono addossate a quelle di un cardinale che, dopo un iniziale allontanamento, proprio Papa Francesco ha voluto nuovamente nel Concistoro. 

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