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Dengue, "febbre spaccaossa" in Italia: casi in aumento. Come riconoscerla

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Aumentano le infezioni da virus Dengue. Un dato preoccupa gli italiani: gli ultimi casi registrati non sono correlati a viaggi in zone endemiche. Sono infatti ben 6 i casi autoctoni in Italia della febbre spaccaossa, chiamata così per l’intenso dolore che provoca. Altri due casi sono stati registrati a Castiglione d’Adda, nel Lodigiano, portando a quota 8 il totale delle persone che risultano essere state colpite dal virus nell’area. A chiarire quali sono i margini di diffusione è l’Ats Milano Città metropolitana. 

 

 

Sono 336 i cittadini del comune lodigiano che si sono sottoposti allo screening per la ricerca degli anticorpi per il virus Dengue, che viene trasmesso dalla zanzara Aedes, meglio nota come zanzara tigre. Le 8 persone che sono risultate positive al test degli anticorpi hanno avuto manifestazioni non gravi della malattia. Come si legge in una circolare del ministero della Salute che fornisce nuove indicazioni sul potenziamento dei sistemi di sorveglianza, il primo caso riguarda un uomo di 73 anni di Castiglione d’Adda in provincia di Lodi, che il 3 agosto ha cominciato a soffrire di dolori articolari, dolori muscolari, rush cutaneo e febbre sopra i 39 gradi e non aveva mai viaggiato all’estero. Il secondo caso, invece, riguarda un uomo di 42 anni residente a Roma con uguali sintomi a partire dal 2 agosto e nemmeno lui aveva viaggiato. Gli altri quattro casi sono stati segnalati il 28 agosto, e sempre a Castiglione d’Adda. Questi pazienti hanno riconosciuto la malattia infettiva, nota anche come "febbre spaccaossa", per il dolore acuto che scatena.  

 

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